Movimprese, in collaborazione con Unioncamere e InfoCamere, ha pubblicato il rapporto relativo al 2023 sulle imprese aperte e chiuse in Italia, basato sull’apposito Registro imprenditoriale delle Camere di commercio. Un report che attesta e certifica come il Sud sia terra, oltre che di mare e sole, anche di imprenditori, dato che proprio tra le regioni meridionali si registrano i dati più importanti dell’intero territorio, segnando peraltro un vero e proprio record.
A livello prettamente numerico, infatti, il report di Movimprese sottolinea che nel Sud Italia si è registrato il maggiore numero di nuove imprese, definite dalla differenza tra le nuove iscrizioni al Registro delle Camere e quelle che, invece, hanno cessato le attività. Complessivamente, sono stati 97.329 i nuovi imprenditori nel Sud e mentre altre 82.381 aziende hanno chiuso i battenti, emergono un totale di 14.948 nuove imprese, mentre a livello nazionale ci sono state 42.039 nuove aperture (312.050 iscrizioni e 270.011 cessazioni). Guardando alla totalità degli imprenditori che risiedono e operano nel Sud Italia, si parla di 2 milioni e 57mila aziende, che rappresentano poco meno della metà del totale italiano (ovvero 5,95 milioni) e seppur il dato relativo alla crescita sia leggermente inferiore a quello del 2022, rimane superiore alla media nazionale.
I dati regione per regione delle nuove imprese in Italia
Scendendo nel dettaglio del report di Movimprese sulle nuove imprese aperte in Italia e, nello specifico, nel Sud Italia, la regione migliore risulta essere la Campania, che si piazza terza nell’elenco nazionale del tasso di crescita. Si tratta, infatti, di 6.351 nuove aperture con un tasso dell’1,04% (30.684 iscrizioni e 24.333 cessazioni), terzo solamente a Lazio (9mila nuove aperture a fronte di 34mila iscrizioni e 24mila cessazioni, tasso dell’1,59%) e Lombardia (10mila a fronte di 56mila iscrizioni e 45mila cessazioni, tasso dell’1,12%).
Ottimi risultati, tra le regioni del Sud per numero di imprese nel 2024, anche da parte della Sardegna, che con un tasso dello 0,91% (poco più di 1.500 aperture) si piazza quinta (la quarta è il Trentino), seguita subito dopo dalla Puglia, sesta (tasso dello 0,82% con più di 3mila aperture). Ma in ogni classifica così come ci sono i primi classificati, ci sono anche gli ultimi tra i quali si registra solamente una regione del Sud, ovvero il Molise, che a livello d’imprese è la peggiore d’Italia (con un tasso negativo del -0,55% a fronte di 200 cessazioni in più rispetto alle aperture). Penultima, invece, l’Umbria con un tasso di -0,15% e terzultime le Marche (-0,07%). Maglia nera del Nord, invece, alla Liguria, che si piazza appena sopra alle Marche con un tasso di -0,02% di aperture.