Il presidente di Confindustria Carlo Bonomi, appena tornato dal forum economico di Davos, è intervenuto al termine del convegno su infrastrutture e logistica, con alcune dichiarazioni riportate sul Sole 24 Ore, nelle quali ha ribadito la necessità di un Industrial Act Europeo, che sostenga le imprese e favorisca la competitività sul mercato. Perchè altrimenti, l’Italia rischia di arretrare ancora di più nella sfida mondiale. Soprattutto di questi tempi, dopo che l’Europa è diventata “Campione di regolamentazione” e quindi, come sottolinea Bonomi: “Non si distingue più per dinamismo economico“.
E aggiunge: “Lo abbiamo detto a Draghi, serve una scelta importante, perchè senza industria, non c’è Europa“, soprattutto “Non ci sarà più quella generazione di ricchezza, necessaria per sostenere il nostro sistema di welfare che tutti ci invidiano“. Il sistema welfare però, non è più sostenibile, e come evidenzia il presidente, per questo bisogna stimolare gli investimenti e “Agganciare le transizioni“.
Carlo Bonomi: “La deroga agli aiuti di Stato favorisce solo i paesi con maggiore spazio fiscale”
Tra le urgenze che Carlo Bonomi ha individuato per sostenere le industrie italiane e migliorare la competitività a livello europeo, c’è quella di ripristinare la potenza economica dell’Europa che oggi stiamo perdendo, perchè come afferma il presidente: “L’Europa non è mai stata forte per una politica unica e non ha mai avuto una capacità militare“. Eppure, la prova di poter cooperare è stata dimostrata ampiamente durante la pandemia, tuttavia, dopo la crisi delle materie prime è tornata la frammentazione e: “Si è scelta la strada della deroga agli aiuti di Stato che avvantaggia maggiormente i paesi che hanno maggiore spazio fiscale, come la Germania“.
Tutto ciò rischia di spaccare il mercato unico e lasciare indietro alcune nazioni. Per rispondere alla sfida globale che coinvolge anche gli Usa e la Cina, serve invece puntare sulla competitività. In vista delle elezioni europee però, Draghi dovrà attendere i risultati prima di presentare il documento, altrimenti, conclude Bonomi: “C’è il rischio che venga strumentalizzato in campagna elettorale e che se ne perda il valore“.