Conta 25.849 aziende, quasi il 2% in più rispetto al 2021. Ha visto il valore della produzione salire a 1,5 miliardi di euro in un anno. Bastano questi numeri per dare la misura del ruolo che oggi recita il sistema degli agriturismi in Italia. Un ruolo che però non è ancora sostenuto con politiche, strumenti e risorse in grado di mettere a terra interventi concreti a sostegno dello sviluppo e della crescita del comparto. È dirlo sono Cia-Agricoltori Italiani e la sua associazione per la promozione agrituristica, Turismo Verde, che nel corso dei lavori della Assemblea nazionale hanno sottolineato la necessità di interventi urgenti a livello istituzionale a favore del settore.
Le associazioni hanno puntato innanzitutto i riflettori sulla necessità che l’Unione europea, e a livello nazionale Governo e Regioni, credano di più negli agriturismi. E lo facciano, a partire da interventi mirati nella nuova Pac (Politica agricola comune) 2023-2027, che al momento invece “presenta ancora limiti evidenti per il comparto, frenato da troppa burocrazia e poca chiarezza”, dicono Cia e Turismo Verde. Che avanzano una loro ricetta per affrontare il gap: portare all’80% gli aiuti del Psr che per gli agriturismi sono fermi al 50% in conto capitale, e incrementare quei 286 milioni stanziati dal Piano Strategico della Pac in favore della diversificazione, considerati insufficienti per incoraggiare le aziende agricole ad abbracciare l’attività turistico-ricreativa.
Ma non solo. Occorre agire anche sul fronte interno al Paese. “Bisogna rinnovare la legge nazionale dedicata al settore, cui stiamo per dedicare un tavolo tecnico di confronto – afferma il presidente di Turismo Verde-Cia, Mario Grillo -, come pure è necessario continuare a investire in formazione, coinvolgendo scuole e istituti professionali, considerata anche la carenza cronica di personale. Senza dimenticare di rafforzare l’impegno in comunicazione e fiere di settore”.
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