Le voci di una candidatura di Michelle Obama alla presidenza degli Stati Uniti hanno fatto discutere molto, oltreoceano e non soltanto. Libero, ad esempio, nella sua edizione odierna va a scavare nel passato dell’ex First Lady, fino ad arrivare alla sua tesi di laurea, dal titolo “Princeton-Educated Blacks and the Black Community”, discussa al dipartimento di Sociologia dell’Università di Princeton nel 1985. Nella sua tesi scriveva che l’America è stata “fondata sul crimine e l’odio” e che i bianchi sono “irrimediabilmente razzisti”.
Michelle era convinta che l’integrazione degli afroamericani, che lei definiva “neri”, potesse scalfire la loro unità di gruppo e che rischiasse di minare la loro solidarietà con i membri delle “classi inferiori” della loro stessa origine etnica. L’allora studentessa scriveva inoltre che la sua “ulteriore integrazione e/o assimilazione in una struttura culturale e sociale bianca” le avrebbe “consentito soltanto di rimanere alla periferia della società, mai di diventare pienamente partecipe”. Temeva inoltre che la frequentazione di un ateneo “prevalentemente bianco, l’Ivy League” avesse potuto inculcarle “certi valori conservatori”.
Michelle Obama, la tesi di laurea fa discutere
La tesi di laurea di Michelle Obama, in tutto una sessantina di pagine, sostiene il separatismo nero “preso a prestito dai teorici della lotta di classe, ma in versione razziale” scrive ancora Libero. “Lavorando realmente con le classi nere inferiori o al loro interno delle loro comunità come risultato della loro ideologia, un separatista può comprendere meglio la loro situazione e sentirsi più disperato sulla possibilità di una soluzione di quanto lo sia un integrazionista che ignora il proprio dovere” scriveva ancora l’ex First Lady.
I Democratici vorrebbero sostituire Joe Biden con Michelle Obama per la nomination alla Casa Bianca. Sarebbe la figura perfetta, secondo i Dem, per competere con Trump, che si ricandida ad una nuova presidenza degli Usa. Libero, ancora, scrive che ai Democratici “non dev’essere apparsa come la tesi di chi progetta la costruzione di un ghetto per evitare di perdere l’identità nera. Ad altri, magari a coloro che hanno fatto riemergere il testo imbarazzante dei tempi dell’università, può essere apparsa inopportuna”.