Continuano a scendere gli sbarchi dei migranti sulle coste italiane: negli ultimi quattro mesi si è registrato un -34% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, dunque circa 13mila migranti in meno. Se il trend proseguisse così fino a fine anno, i livelli tornerebbero in linea con gli anni precedenti al 2023. Pochi giorni fa la commissaria Ue agli Affari interni Ylva Johansson, in audizione al Parlamento europeo, ha sottolineato che “le partenze di migranti dall’inizio di ottobre sono diminuite in modo significativo, nella misura dell’80-90% rispetto alla precedente parte dell’anno scorso”. Secondo Johansson avrebbe un gran peso il memorandum sottoscritto nel luglio scorso da Giorgia Meloni e Ursula von der Leyen con il presidente tunisino Kais Saied.
Nell’accordo, infatti, è stato inserito un capitolo che riguarda i migranti. Solo qualche anno fa, spiega Il Tempo, la Tunisia era principalmente un Paese di origine, non un Paese di transito di migranti. “Questa cosa è cambiata molto e non sono attrezzati ad affrontare questa situazione” ha spiegato Johansson, ricordando che nel 2023 “le partenze sono salite di oltre il 200% rispetto al 2022 e del 400% rispetto al 2021. Sono sempre più un Paese di transito, sono sottoposti ad una pressione migratoria significativa e si trovano in una situazione economica complicata”. Gli effetti del calo di partenze dall’Africa si sono cominciati a vedere da ottobre scorso, quando sono arrivati sulle nostre coste 10.277 migranti (13.492 nel 2022). A gennaio ne sono arrivati 1.303 contro 4.453 dell’anno prima: il calo è del 70%.
Sbarchi dei migranti in calo: successo dell’accordo con la Tunisia
La Tunisia, per via degli accordi sottoscritti dalla Meloni con Kais Saied, sta fermando i migranti diretti in Italia: questo fa sì che il primo Paese di partenza sia tornato la Libia. Sono infatti 994 le persone che si sono imbarcate a gennaio rispetto alle 309 dalla Tunisia. Non solo Africa, però, nelle trattative italiane: c’è anche l’accordo con l’Albania, che in settimana è stato approvato alla Camera nell’attesa del via libera da parte della Corte costituzionale di Tirana. Questo prevede la creazione di due centri dove accogliere i migranti, gestiti dall’Italia. Viene poi monitorata costantemente la rotta balcanica.
Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi di recente a Buzet ha incontrato gli omologhi sloveni e croati. “Il formato trilaterale è una iniziativa innovativa e costituisce un modello di dialogo operativo e strategico che continua a funzionare e può essere di impulso per una più efficace collaborazione anche con altri Paesi dell’area. Ci siamo confrontati e aggiornati sulla situazione dei flussi lungo la rotta balcanica. È emerso che la rotta in questione, resta un percorso attrattivo, oltre che per i migranti, anche per le persone pericolose per la sicurezza nazionale, che possono infiltrarsi in corridoi criminali già utilizzati per altre attività illecite” ha spiegato.