Il Ministero della Giustizia deve pagare 1,5 milioni di euro ad Antonio Montinaro, l’avvocato rimasto paralizzato il 18 gennaio 2019 precipitando da una balaustra troppo bassa del quarto piano del Palazzo di Giustizia di Milano. Non lo stabilisce la sentenza della causa civile né il seguito agli annunci di sostegno e vicinanza assicurati poche ore dopo l’incidente dall’allora ministro Alfonso Bonafede, ma il risultato di una transazione tra l’Avvocatura dello Stato di Milano, per conto del ministero e curata dall’avvocato Francesco Vignoli, e i legali civilisti Gian Antonio Maggio e Salvatore D’Anca. L’hanno comunicata in udienza al giudice civile Damiano Spera per chiudere la causa una volta portata a termine la vidimazione alla Corte dei Conti.
Ne dà notizia il Corriere della Sera, precisando che non si sa molto perché il ministero ha preteso un accordo di riservatezza che, a pena di perdita dei soldi, vincola le parti a tacere sui vari aspetti di tale conciliazione, comunicata comunque alla procura di Brescia per la rilevanza anche nell’inchiesta penale della pm Ketty Bressanelli per l’ipotesi di lesioni personali colpose. Dunque, chiuso il capitolo civile, resta a Brescia l’altro fascicolo.
ANTONIO MONTINARO, CHIUSO IL CAPITOLO CIVILE
La transazione tra il Ministero della Giustizia e Antonio Montinaro è per il Corriere della Sera il punto di incontro tra due debolezze, in quanto il ministero è consapevole di non potersi sottrarre da almeno una parte di responsabilità nella causa in cui l’avvocato oggi 32enne chiedeva 3 milioni di euro. Ma lui, dal canto suo, è consapevole che avrebbe avuto davanti a sé anni di contenziosi. A rendere complessa la vicenda aspetti come la personalizzazione del danno biologico, il coefficiente di capitalizzazione, la quantificazione della perdita di attività lavorativa e la percentuale civilistica di concorso di colpa da calcolare per il giovane.
Antonio Montinaro si appoggiò con lo zaino al parapetto alto 57 cm di balaustra e 25 di corrimano, mentre parlava al telefono: perse l’equilibrio e precipitò nella tromba della scala di un pianerottolo della procura, sbattendo la schiena contro una balaustra dopo sette metri di volo. Montinaro restò paralizzato per la lesione al midollo. Peraltro, al momento dell’incidente l’iter di iscrizione del neo avvocato alla Cassa Forense non era completato, quindi non aveva la copertura assicurativa-assistenziale.