Pannelli solari, il mercato europeo è saturo di prodotti low cost importati dalla Cina, da Bruxelles si studiano misure di emergenza per supportare le industrie in crisi. Le aziende manifatturiere locali infatti sono minacciate dall’invasione cinese, e i produttori europei annunciano di essere sull’orlo del baratro. Una crisi che senza provvedimenti potrebbe presto far chiudere altre attività legate alle energie alternative e al fotovoltaico dopo la chiusura di almeno quattro stabilimenti già annunciata ad inizio anno.
Il Financial Times ha riportato in un articolo alcune dichiarazioni di funzionari della Commissione Europea, che hanno affermato l’impegno nell’aumento dei fondi per i finanziamenti e degli investimenti per le rinnovabili, compreso il sostegno economico alle industrie e probabilmente anche limitazioni alle importazioni da paesi terzi. Dalle anticipazioni però, sembrerebbe che tra le associazioni di settore non tutti siano d’accordo sull’utilità di tali misure. Perchè in alcuni casi potrebbero addirittura risultare limitanti per la competitività.
Europa studia sanzioni sulle importazioni di pannelli solari cinesi, imprese criticano la misura e chiedono più finanziamenti per aumentare la produzione
I funzionari Ue interpellati dal Financial Times hanno annunciato che sono allo studio da parte della Commissione a Bruxelles misure emergenziali per limitare l’importazione dei pannelli solari dalla Cina. Prodotti che hanno invaso il mercato negli ultimi mesi e che stanno notevolmente mettendo in crisi le industrie europee. Sarebbe infatti in corso una indagine per stabilire sanzioni e tariffe alte per limitare la circolazione di questi componenti. Tuttavia, la società SolarPower Europe, uno dei principali organismi del settore, si è schierata apertamente contro questi provvedimenti, chiedendo piuttosto soluzioni reali come aiuti di Stato e garanzie di credito.
Altre associazioni di settore si sono accodate alle critiche sostenendo che i blocchi commerciali non hanno utilità ma contribuiscono soltanto ad un rallentamento della transizione energetica. Questo perchè, come sottolinea il quotidiano finanziario, le importazioni restano necessarie, in quanto, solo il 3% della produzione globale è di manifattura europea. Quindi gli acquisti di componenti e prodotti cinesi restano fondamentali per portare a termine i progetti già avviati dalle imprese.