Il 22% dei dipendenti soffre di burnout, un insieme di sintomi che deriva da una condizione di stress cronico e persistente, associato al lavoro. L’allarme, come riportato dal Corriere della Sera, arriva da un recente sondaggio condotto dal McKinsey Health Institute su 30.000 lavoratori di 30 Paesi. Le differenze sostanziali tra questi ci sono, ma ciò che emerge è che il fenomeno è globale.
I tassi più alti si evidenziano in India (59%), mentre quelli più bassi in Camerun (9%). In Italia si attesta al 16%. In molti casi, però, i sintomi come stanchezza mentale e fisica ci sono, anche se non a tal punto da arrivare ad una condizione medica grave come quella ufficialmente riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Inoltre, il fenomeno sembra essere in crescita. Il problema infatti si manifesta più sui giovani che sugli adulti. Secondo un altro recente sondaggio, pubblicato su People Management, circa il 50% dei dipendenti appartenenti a Gen Z e Millennial è stressato e pensa a rassegnare le dimissioni.
Lavoro, burnout tra 22% dei dipendenti: di più i giovani, come risolvere
Il motivo per cui i dipendenti soffrono spesso di burnout deriva soprattutto dall’ambiente tossico in cui vivono a lavoro, da cui di conseguenza vorrebbero scappare. “Moltissime aziende negli ultimi anni ci hanno segnalato una maggiore difficoltà a trattenere le risorse, c’è stato infatti un significativo aumento delle dimissioni in tanti settori diversi”, ha commentato Francesca Verderio, Training & Development practice leader di Zeta Service, azienda italiana specializzata nei servizi HR e payroll.
È per questo motivo che l’appello alle aziende è di monitorare costantemente l’aria che si respira in ufficio. “Conoscere le esigenze e le opinioni dei dipendenti è fondamentale per migliorare tutti gli aspetti della vita lavorativa. Non si tratta solo di retribuzione o di offerte dei competitor, ma di di problematiche meno evidenti, rilevabili attraverso strumenti di ascolto più profondi. Il senso di appartenenza, il committment, quanto l’azienda si prende cura delle proprie persone in termini di benessere psicologico e salute, il supporto offerto dal proprio team, l’equità o l’eticità dei comportamenti manageriali, piuttosto che le possibilità di formazione o di percorsi di carriera”, ha concluso l’esperta.