Sarantis Thanopulos, presidente della Società psicoanalitica italiana (Spi), in una intervista a Il Fatto Quotidiano, ha parlato degli errori che l’Occidente sta commettendo nel trattamento dei bambini con disforia di genere. In alcuni Paesi si sta infatti discutendo per dare il via libera all’autodeterminazione, che consente di cambiare sesso semplicemente attraverso una dichiarazione del diretto interessato. “Non può valere l’affermazione soggettiva, soprattutto in caso di minori”, ha commentato l’esperto.
Il rischio per i più piccoli di pentirsene, dopo avere assunto farmaci, è infatti elevato. “La pubertà è un processo di trasformazione molto forte – dal corpo neutro al corpo sessualizzato – che nei bambini e bambine può generare grosse difficoltà. Ma è un processo fondamentale per l’acquisizione dell’identità sessuale e dell’identità di adulto. Sappiamo che solo una minima percentuale dei minori con disforia di genere conferma l’incongruenza nell’adolescenza”, ha spiegato. “Il nostro corpo ha una plasticità, conserva una parte maschile e una parte femminile. Se blocchi lo sviluppo puberale non crei un uomo o una donna: per arrivare all’acquisizione di una identità di genere la pubertà deve essere vissuta. Un percorso che porta alla transizione prima che questa si sia compiuta e stabilizzata psichicamente è rischioso”.
“I paesi del Nord stanno abbandonando i bloccanti della pubertà”
Non c’è dunque una condanna al percorso di transizione, ma soltanto all’avvio di quest’ultimo in età precoce e senza l’aiuto di esperti dal punto di vista psichico. “Il modello affermativo è molto lontano dal modello psicoanalitico, che deve creare uno spazio di elaborazione di idee, pensieri, vissuto, emozioni per arrivare a una scelta matura e non predeterminata. Noi psicoanalisti procediamo con estrema prudenza”, ha raccontato Sarantis Thanopulos.
Di questo se ne sono accorti anche i Paesi del Nord, che inizialmente avevano dato l’ok all’autodeterminazione. “Stanno abbandonando il modello affermativo e l’uso dei bloccanti della pubertà. In Svezia soprattutto prevale oggi una visione critica basata su valutazioni di carattere medico che riguardano anche lo sviluppo del sistema nervoso centrale”.In altri casi, tuttavia, si va avanti, anche col rischio di conseguenze serie per i diretti interessati. “Siamo di fronte a una tendenza all’industria della trasformazione, sorretta anche da interessi economici molto forti da parte delle case farmaceutiche, che minaccia l’equilibrio delle nostre relazioni”, ha concluso il presidente della Società psicoanalitica italiana (Spi).