Sono stati tutti liberati e stanno bene gli ostaggi dell’impianto della Procter and Gamble in Turchia, finiti nelle mani di un uomo armato ieri pomeriggio. L’agenzia AFP, citata dall’Agi, fa sapere che erano state sette le persone “catturate” presso il distretto industriale di Gebze, nei pressi di Istanbul, liberate poi grazie all’intervento delle autorità locali che hanno fatto irruzione nella sede della P&G, arrestando poi l’uomo. Il fermato si chiama Ibrahim Y, e all’origine dell’azione criminale pare vi fosse una forma di protesta nei confronti dei bombardamenti di Israele sulla striscia di Gaza che sono scattati dopo l’attacco di Hamas dello scorso 7 ottobre e che per ora non sembrano vedere la fine.
Una volta lanciato l’allarme nel giro di pochi minuti si sono recati sul luogo segnalato le ambulanze, accompagnate da squadre speciali e polizia, che hanno immediatamente isolato l’edificio, chiudendolo al traffico. Sette le persone trattenute all’interno dell’edificio da parte dell’attentatore, mentre tutte le altre erano state liberate e avevano lasciato l’edificio.
TURCHIA, 7 OSTAGGI ALLA P&G: ATTENTATORE PRO PALESTINA. LE FOTO DELL’UOMO
Durante le ore concitate del sequestro, sono circolate delle foto su internet in cui si vedeva un uomo armato di pistola con l’aggiunta di quella che sembrerebbe una cintura esplosiva artigianale. Nel contempo lo stesso esibiva una bandiera palestinese e turca con la scritta: “Le porte si apriranno. Per Gaza o musalla (luogo di preghiere dell’Islam ndr) o morte”.
Nel frattempo erano emerse anche le testimonianze dei parenti delle persone prese in ostaggio, come quella di Ismet Zihni: Mia moglie lavora nel dipartimento finanza, l’ho chiamata, mi ha risposto ‘siamo stati presi in ostaggio’ e ha chiuso. Poi mi ha inviato un messaggio dicendomi che era con altre persone e che stavano tutti bene, il sequestratore aveva solo sparato qualche colpo in aria. Poi non ho saputo più niente”. Fortunatamente la vicenda si è convinto nel migliore dei modi.