Tra gli eventi che hanno inevitabilmente segnato la vita di Vittorio Emanuele di Savoia, morto oggi a Ginevra, c’è senza dubbio l’omicidio di Dirk Hamer, uno dei quattro figli del medico e teologo tedesco Geerd Hamer. Il ragazzo rimase ferito nella notte tra il 17 e 18 agosto 1978, quando aveva 19 anni, in una sparatoria sull’isola di Cavallo, in Corsica, e morì il 7 dicembre dello stesso anno. Il figlio dell’ultimo re d’Italia fu accusato di aver sparato da un’imbarcazione vicina a quella del giovane. Finito a processo, venne poi assolto. La vicenda è recentemente tornata d’attualità per la serie Netflix tratta dal libro “Il Principe – La vera storia di Vittorio Emanuele“, scritto da Birgit Hamer, sorella di Dirk Hamer, con la prefazione di Beatrice Borromeo Casiraghi, che ha poi diretto la serie dedicata al fatto di cronaca accaduto 46 anni fa.
Vittorio Emanuele di Savoia si trovava col suo yacht in Corsica, nello stesso posto in cui si trovava il Mapagia, imbarcazione in cui c’erano a bordo alcuni turisti tedeschi, tra cui appunto Dirk Hamer insieme ad altri ospiti. Furono loro a prendere “in prestito” un gommone di Emanuele Filiberto, figlio del Principe, per arrivare al porticciolo. A quel punto Vittorio Emanuele, che all’epoca era in esilio, salì sul Coke di Nicky Pende, ex marito di Stefania Sandrelli, con la sua carabina per avere spiegazioni, ma ne nacque una colluttazione e Savoia, come dichiarato da lui stesso, sparò un colpo per «intimorire gli avversari». Nicky Pende si gettò su Vittorio Emanuele. Partì un secondo colpo che raggiunse Dirk Hamer a una gamba, che era sull’imbarcazione vicina. Quel proiettile recise l’arteria femorale e si conficcò nel coccige. Hamer venne portato prima all’ospedale di Ajaccio, poi a Marsiglia. Le condizioni peggiorarono giorno dopo giorno. Alla fine fu trasferito nella clinica di Heidelberg, in Germania, dove morì l’8 dicembre 1978. Come evidenziato da Repubblica, ciò accadde perché non fu subito trasportato in un grande ospedale attrezzato, ma curato da un medico locale. Al quotidiano, infatti, Nicky Pende raccontò: «Dopo otto ore, fu messo nelle mani di un chirurgo ottantenne che si limitò a suturargli la ferita, mentre avrebbe dovuto fargli un bypass». La gamba andò in cancrena e iniziò così un’agonia durata 111 giorni.
IL PROCESSO PER LA MORTE DI DIRK HAMER E LE INTERCETTAZIONI
Il processo per l’omicidio di Dirk Hamer fu celebrato 13 anni dopo. Vittorio Emanuele venne prosciolto dalle accuse di omicidio nel novembre 1991 dalla Corte d’Assise di Parigi, ma condannato a sei mesi di carcere per il porto abusivo della sua arma da fuoco, usata fuori dalla sua abitazione. «Dovevo morire io al posto di quel ragazzo, era me che voleva colpire quel vigliacco, voleva darmi una lezione», raccontò Nicky Pende a Repubblica. Lo stesso definì il processo «comprato, una barzelletta, una vergogna» e si chiedeva perché la magistratura francese, dopo aver assolto il figlio dell’ultimo Re d’Italia, «non abbia alzato un dito per cercare il vero colpevole». Inoltre, voleva giustizia anche per sé: «La nostra fu raccontata come una lite fra due gaudenti che conducevano una vita futile, mentre invece è esplosa perché quella notte c’era una persona che girava armata e non ha esitato a fare fuoco e a uccidere».
Coinvolto poi in un’altra vicenda giudiziaria, cioè lo scandalo Vallettopoli, Vittorio Emanuele nel 2006, mentre era in custodia nel carcere di Potenza, parlando con i suoi amici, senza sapere di essere intercettato, disse di aver «fregato il tribunale francese» ammettendo di aver colpito Dirk Hamer col suo fucile. «Io ho sparato un colpo così e un colpo in giù, ma il colpo è andato in questa direzione, è andato qui e ha preso la gamba sua, che era steso, passando attraverso la carlinga», riporta l’intercettazione. Quando fu pubblicata dal Fatto Quotidiano, l’avvocato Giulia Bongiorno, legale di Vittorio Emanuele di Savoia, precisò che erano «solo di piccoli frammenti estrapolati da contesti molto più ampi».
LA SERIE NETFLIX SULLA MORTE DI DIRK HAMER
Nel 2023 su Netflix uscì la serie “Il Principe“, firmata da Beatrice Borromeo, che scrisse la prefazione del libro “Il Principe, storia di un Delitto senza castigo” che Birgit Hamer aveva scritto nel 2011, anno in cui le donne riuscirono ad ottenere il video in cui Vittorio Emanuele di Savoia nel 2006 raccontava dal carcere di Potenzia di essere stato lui a sparare a Dirk Hamer. Birgit Hamer raccontò a Repubblica che il documentario di Beatrice Borromeo è «ricco e documentato» e «ha per la prima volta svelato cosa accadde davvero la notte in cui mio fratello fu ferito a morte». A proposito dei testimoni, ha aggiunto che «hanno raccontato la tragedia ora per ora, dagli spari alla vergogna dei soccorsi che non arrivavano. Mai così dettagliata è stata la descrizione dell’agonia di Dirk. E i depistaggi, l’occultamento delle prove, fino alla farsa del processo del 1991 in Corte d’Assise a Parigi che “in dubbio pro reo” ha assolto Vittorio Emanuele».