Gigi D’Agostino, in una intervista al Corriere della Sera, ha parlato in modo velato della malattia di cui ha sofferto, che ha fatto preoccupare molto i suoi fans. “L’ho vissuta male, non solo per il dolore, ma anche perché non amo essere visto come se chiedessi compassione. Fosse per me non avrei mai detto neanche che stavo male”, ha ammesso. È stato tuttavia costretto a farlo. “A novembre 2021 avevo in programma un concerto, già spostato due volte per la pandemia. Ho pensato a come l’avrebbero presa le persone col terzo annullamento. È stato un momento tragico. Gradirei non spiegare altro per non mettere in moto immaginari, a cosa servirebbe?”.
L’importante è che adesso per il dj il peggio è passato. “Sì, sto bene. Certo ho vissuto un enorme trauma quindi non posso sapere qual è il mio futuro, ma mi ritengo fortunato in tutto. Mi concentro su come mi sento ora, ad un certo punto ho dovuto farlo, altrimenti il cervello continua a vivere di immaginazioni legate al dolore o al timore che lo potrai provare di nuovo. Comunque vado a camminare, a correre, ho ripreso la vita di prima”.
Gigi D’Agostino: “La malattia è stata un trauma, ma ora sto bene”. Il racconto
Al di là dei problemi fisici, per Gigi D’Agostino non è stato semplice reagire neanche dal punto di vista psicologico. “Non riuscivo più a uscire né a incontrare gente. Sono stato così tanto chiuso, fra il Covid e il mio problema, che dopo ho dovuto affrontare una cosa che non avevo considerato, cioè la parte mentale”, ha ammesso. In questo è stato fondamentale il suo pubblico, che gli è stato sempre vicino. “È stato bellissimo e commovente. Quel che ricevevo dall’esterno lo sentivo sulla pelle. Nei momenti difficili è stato fondamentale”.
E ovviamente anche la musica. “Ho cominciato questa mia seconda vita senza pensare troppo, ma ci saranno delle uscite: un singolo a marzo (l’8 per Time Records, ndr.) e poi altro ad aprile. E ci saranno dei live. Ho già annunciato un concerto in Austria per ottobre, ma a giugno ricomincerò anche in Svizzera e in Italia”, ha concluso.