CARCERI E RIFORMA GIUSTIZIA, LA PROPOSTA DEL MINISTRO NORDIO
Non è da oggi che il problema delle carceri sovraffollate viene posto dal Ministro della Giustizia Carlo Nordio in cima alla lista delle priorità assolute da “normare” nella vasta riforma della giustizia, assieme alla velocità dei processi in Italia. E così oggi nella lunga intervista a “La Stampa”, dopo aver parlato del caso Ilaria Salis, è inevitabile porre l’attenzione sullo status delle nostre carceri, prima ancora di criticare quelle straniere come in Ungheria: «il sovraffollamento nelle carceri dipende dalla sproporzione tra il numero dei detenuti e le carceri disponibili», sottolinea il Guardasigilli nell’affermare che o si diminuiscono “i primi” oppure vanno aumentate “le seconde”.
Nordio è impegnato con il suo Ministero dall’inizio della legislatura per ricorrere ove possibile alle misure alternative alla detenzione, anche se la loro applicazione da parte dei magistrati può suscitare polemiche (leggasi il caso Salis in Ungheria o quello dello youtuber condannato per omicidio stradale ma che non farà alcun giorno in carcere). La riforma della giustizia ora in Senato, aggiunge il Ministro, «devolverà ad un collegio di tre giudici, e previo interrogatorio, l’applicazione della custodia cautelare». In questo senso, ritiene Nordio, verrà ridotto sensibilmente tale fenomeno che «confligge con la presunzione di innocenza dettata dalla Costituzione e dalla Ue». Sul fronte del disagio psichico, il Ministro in quota FdI ammette essere un punto ancora molto dolente nel sistema italiano: «il sistema delle REMS (Residenza per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza, ndr) non è adeguato», denuncia Nordio, anche se il Governo sta lavorando con le Regioni per una maggiore collaborazione giustizia-sanità «specie per la salute mentale in carcere». Sempre sul tema cardine delle prigioni e delle pene in Italia, il Guardasigilli ricorda come stia alla saggezza del giudice stabilire il punto di equilibrio tra la pena alternativa e la gravità del reato che prevede la giusta detenzione, «anche per evitare la vendetta privata e l’allarme sociale nel vedere l’assassino in piazza il giorno dopo».
NORDIO: “DOLORE PER IL CASO DI ILARIA SALIS, ANCHE SE ANCHE QUI IN ITALIA QUALCHE COLLEGA MAGISTRATO…”
Insomma, per il Ministro Nordio, impegnato con il ddl che prevede anche l’abolizione del reato d’abuso d’ufficio, occorre prima di tutto incidere sulla carcerazione preventiva, «che per molti imputati, poi assolti, si è rivelata ingiustificata». Davanti però a casi come quello di Ilaria Salis, resta il «dolore» e la «sorpresa», così li definisce Nordio, per quanto sta avvenendo in Ungheria: «Le misure di contenzione non sono state abolite, ma sono un’eccezione», spiega ancora il Ministro a “La Stampa”, «Sul punto la normativa europea, e quella italiana, sono chiarissime: l’imputato appare libero davanti al giudice, salvo che quest’ultimo non disponga misure coercitive, come appunto le manette o le tristissime gabbie, per sventare pericoli di fuga o di violenze».
Nel caso di Ilaria Salis tali pericoli, ravvisa Nordio, non esisterebbero e perciò il Governo Orban dovrebbe al più presto seguire le normative Ue anche con la 39enne italiana detenuta a Budapest: detto ciò, «Finché dura il processo, la giurisdizione ungherese è sovrana. Né il governo ungherese né tantomeno quello italiano possono intervenire». Quello che si può fare è operare sul fronte del trattamento penitenziario, affinché si rispettino le norme europee: «se si vuole realmente ottenere un risultato concreto, l’esperienza suggerisce di agire con prudenza, senza sollevare polemiche che potrebbero irritare la controparte, e sortire l’effetto contrario. È quello che sta facendo il collega Tajani e il nostro governo. Al padre di Ilaria ho personalmente spiegato tutto nell’incontro dello scorso 23 gennaio. A lui ho comunque assicurato il nostro supporto e tornerò domani a fargli il punto della situazione», conclude Nordio.