Giovanni, milanese, 45 anni, impiegato amministrativo, guadagna 35mila euro netti l’anno, pari a 2.500 euro mensili per 14 mensilità. Sua moglie Anna lavora part-time in uno studio legale e percepisce mille euro netti al mese, 14mila l’anno. Hanno due figli a carico: la femmina al primo anno di un liceo pubblico e il maschio al secondo anno di giurisprudenza alla Statale. La liquidità complessiva di cui può disporre la famiglia di Giovanni ammonta a circa 49mila euro netti l’anno.
È una cifra niente male, che consente di affrontare una struttura costi non indifferente. Novemila euro l’anno se li prende il mutuo della casa in cui vivono, tremila l’assicurazione sanitaria, cinquemila servono per energia elettrica, gas, internet, rifiuti, acqua e spese condominiali. Mille euro pagano l’assicurazione dell’auto; altri mille euro carburante e autostrade. Liceo e università, tra libri, tasse, mensa dei figli, trasporti e altri costi pesano attorno ai cinquemila euro. L’abbigliamento e i costi personali (occhiali da vista, dentista…) ne assorbono cinquemila. La spesa di prodotti alimentari, per la cura della casa e della persona incide per circa seimila euro. In totale fanno 36mila euro l’anno. Ne restano 14mila: cinquemila sono destinati a risparmio e novemila ad altri costi: vacanza, basket, danza, pizzeria, libri, musica…
La famiglia non si è mai fatta mancare nulla, paga le tasse, risparmia, contribuisce coi suoi consumi a far girare l’economia. Giovanni se l’è cavata egregiamente anche negli ultimi cinque anni nonostante l’inflazione e la crescita dei tassi d’interesse. Poi è arrivato l’imprevisto: la suocera, vedova, di 86 anni, con casa di proprietà, malata di Alzheimer, ha avuto bisogno di essere accudita da una badante (in regola con i contributi, ferie, domenica libera). Costo mensile attorno ai tremila euro. La buona pensione, che compresa la reversibilità del marito ammonta a duemila euro al mese, cui si aggiungono altri cinquecento euro di invalidità, non è sufficiente a sostenere il costo. Giovanni deve contribuire ogni mese per circa 500 euro, più altri mille per vitto, spese condominiali, gas, luce e così via. In totale sono 18mila euro l’anno.
Nell’arco di poche settimane il quadro economico della famiglia è cambiato, ma si considera fortunato perché riesce a tenere botta. Confida che gli si è aperto un mondo: “Mi chiedo come fanno fronte alla stessa situazione in cui mi trovo le famiglie che hanno un reddito più basso del mio”. Alka Seltzer, invece, si chiede se la stessa domanda se la pone chi fa politica o sta nelle istituzioni nazionali e locali. Considerando i bassi redditi delle giovani generazioni, i tagli al welfare e l’incremento costante degli anziani in Italia (oggi gli over 65 sono il 24% della popolazione), sarebbe da incoscienti e scriteriati sottovalutare la portata sociale ed economica di un problema che si preannuncia esplosivo.
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