IL NUOVO SPOT ESSELUNGA E LA ‘CAROTA’ PER UNA LIBERTÀ PIÙ VERA
La pubblicità ha probabilmente cambiato per sempre la storia della comunicazione dalla metà Novecento in avanti e non sempre questo è stato un bene e nemmeno un percorso “virtuoso”: una piccola “luce” nella tenebra del mero consumismo fine a stesso appare da un po’ di tempo con la serie di spot lanciati da Esselunga, da ultimo “La carota” pubblicato lunedì 5 febbraio e in onda su tutte le tv nazionali. Non avrà la stessa ondata di polemiche che ha avuto la prima pubblicità qualche mese fa con “La pesca”, dove il tema dei genitori separati faceva breccia negli occhi teneri e coraggiosi di una bimba: eppure anche questo spot sulla carota, al di là di assolvere perfettamente il suo obiettivo – ovvero sponsorizzare Esselunga concedendo un’immagine di sicurezza, tenerezza e speranza ai propri clienti – ci mostra uno sguardo forse “insolito” in questo mondo non esattamente affine al senso originario di famiglia.
Vedere una figlia annunciare ai propri genitori di voler uscire di casa è una “richiesta” di libertà, una comunicazione diretta su una scelta sana che non tutte le famiglie riescono ad accettare di buon grado: la scena di quell’ultimo karaoke suonato con una carota-microfono fa quasi tenerezza per la “boomeritudine” del papà, segnato dal dover “lasciare” andare quella figlia ormai cresciuta ma conscio che il bene al suo destino viene prima ancora dell’affetto di volerla avere “sempre lì in casa”, quasi per proteggerla dalle insidie del mondo. Eppure in quel “fai la tua vita, amore mio” c’è forse tutto il cuore di un messaggio ben alla lontana da banalizzazione o trama da “fiction buonista” di cui siamo riempiti ogni giorno su tv e piattaforme.
DALL’ESSELUNGA ALLA FAMIGLIA: LA SCOMMESSA PER LA LIBERTÀ DEI FIGLI
Non serve essere buonisti ma nemmeno “antagonisti” per forza: il nuovo spot Esselunga su “La carota” racconta tutta la normalità di una famiglia in un passaggio molto complesso nella vita di un giovane, ovvero l’uscire di casa, fuori dalla “protezione” della famiglia e verso tutte le incertezze e imprevedibilità di un mondo che sta al di fuori di quelle 4 mura. «Non c’è libertà senza amore. La libertà egoistica di fare quello che vogliamo non è libertà, non è feconda», ripeteva Papa Francesco in un’Udienza Generale dello corso ottobre 2021 individuando proprio nel rapporto stretto fra affetto e libera iniziativa la base solida dei valori occidentali (e cristiani).
Un altro grande Papa della Chiesa, Benedetto XVI, amava ripetere come nessun uomo e nessuna donna da soli e unicamente con le proprie forze, «possono dare ai figli in maniera adeguata l’amore e il senso della vita. Per poter infatti dire a qualcuno “la tua vita è buona, per quanto io non conosca il tuo futuro”, serve un’autorità e una credibilità superiori a quello che l’individuo può darsi da solo». L’unica cosa dunque che prevale è la speranza di un destino buono che possa far esclamare a quel padre con la “carota” presa dall’Esselunga “fai la tua vita”. Non è fatalismo e nemmeno libertà senza condizioni: è in forza di quell’“amore mio” che quella figlia, nel corso della sua educazione, è riuscita ad accogliere il bene sperimentato su di sé tanto da poterselo “portare” nella sua vita. Perché nessuno può vivere la vita degli altri, neanche nel più amorevole rapporto figli-genitori: ma questo spot ci ricorda che è ancora possibile scommettere oggi sulla famiglia, sul senso profondo di affetti che possono durare mentre il mondo non sembra crederci più. Dalla pesca alla carota, una speranza contro la divisione e l’egoismo sfrenato è ancora possibile.