Giornalista boccia Sanremo 2023: l’analisi approfondita del Festival
Il giornalista ed esperto di musica, Marco Molendini, ha stroncato il Festival di Sanremo 2024 definendolo un “tripudio di inutilità”. Il noto esperto, su Dagospia, ha scritto una lunga riflessione e analisi riguardo la kermesse canora e la sua gestione da parte di Amadeus: “Il melodrammome nazionale, Dio, patria, famiglia, anema e core, ha sfondato. I carabinieri a cavallo, il conduttore che si presenta facendo il segno della croce, bacia moglie e figlio, proclama “Sanremo si ama”. Sei ore infinite fatte di iperboli, luoghi comuni, stereotipi, con un Amadeus ex machina di uno show che evita con assoluta naturalezza ogni guizzo.”
E ancora: “So solo che ho visto uno dei più brutti ed estenuanti festival della mia vita, un tripudio di inutilità, tranne che per quella fabbrica della musica che ha trovato in Amadeus e nel suo festival il riferimento centrale: il luogo dove confezionare, lanciare, consumare idoli con la data di scadenza incorporata senza alcuna preoccupazione di dover, quanto meno, sentire l’esigenza di salvare la faccia sul fronte della qualità. – si legge su Dagospia – Con Amadeus, Sanremo è passato dal trionfo del nazional-popolare al tripudio del nazional-coatto.”
Molendini: “A Sanremo 2024 uso imperante dell’autotune”
La visione che Amadeus ha messo in scena a Sanremo 2024 non è piaciuta a tutti. L’esperto di musica Marco Molendini, su Dagospia, ha criticato fortemente l’impostazione del direttore artistico sul Festival: “Quanto alle qualità di organizzatore di show, basta pensare che in quelle sei ore di spettacolo della prima serata, l’unica ventata di freschezza sono stati i pochi minuti dello sketch in cui Fiorello è salito sul palco, giocando sul suo doppio. Il saggio Rosario sa benissimo che, nel ruolo che si è ritagliato, quello dell’incursore che c’è e non c’è può essere solo vincitore” ha affermato l’esperto.
E ancora: “Esattamente il contrario di quanto accaduto a Marco Mengoni, a disagio nel fare qualcosa che non è, lo showman: disastroso il lunghissimo siparietto in cui si è presentato addobbato come un albero di Natale. C’era un’unica buona idea, quella del preserbacino, ma avrebbe potuto usarlo in maniera meno ortodossa e non solo etero (proprio lui).” Molendini ha poi criticato l’uso dell’autotone come strumento di intonazione ma, soprattutto, ‘omologazione’ a Sanremo 2024: “Tornando alle canzoni… Le orecchie comunque non perdonano l’uso imperante dell’autotune (che, a parte correggere le intonazioni, non c’è dubbio che eserciti il suo strapotere omologante), le esplicite scopiazzature (Daniele Silvestri dovrebbe essersi riconosciuto in qualche modo nel pezzo dei The Kolors), la faccia tosta nell’accaparrarsi di temi delicati (i La Sad), la retorica del Volo, l’inutilità di mandare allo sbaragente come Alfa, Il Tre, Maninni, Gazzelle. I migliori? Mannoia, Bertè, Diodato, Ghali. Ma come al solito vanno riascoltati”.
Su @dagospia3 ho finalmente un vero eroe, ottima analisi di Marco Molendini su Amadeus, l’uomo che ha distrutto il Festival di Sanremo!!👏👏#Amadeus #sanremo2024 https://t.co/Smq98Uj9pc pic.twitter.com/5DyOUVVrAS
— CinguettaTV (@CinguettaTV) February 7, 2024