La guerra tra Ucraina e Russia va avanti mentre si avvicina l’anniversario dell’invasione, avvenuta il 24 febbraio del 2022: i margini per un trattato di pace, secondo le ultime notizie, per il momento non sembrano purtroppo esserci. Vladimir Putin continua infatti a puntare il dito contro l’Occidente e in particolare gli Stati Uniti per la fornitura di armi, mentre Volodymyr Zelensky non ha alcuna intenzione di indietreggiare né tanto meno di cedere le terre del suo Paese. È anche in virtù di ciò che sta conducendo un’operazione di rinnovamento della leadership militare.
Dopo la destituzione del capo delle forze armate, Valeri Zaluzhny, che è stato sostituito da Oleksandr Syrskyi, capo dell’esercito, il presidente dell’Ucraina ha annunciato anche la nomina di un nuovo capo di Stato maggiore. La scelta è ricaduta sul maggiore generale Anatoly Bargilievich, in sostituzione del tenente generale Sergey Shaptala. “È una persona esperta e comprende i compiti di questa guerra e gli obiettivi del nostro Paese”, così è stato presentato. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha commentato questi movimenti con sicurezza: “Non cambieranno il corso del conflitto”.
Guerra Ucraina-Russia, ultime notizie: le previsioni della NATO sulla pace
A esprimersi sull’andamento della guerra tra Russia e Ucraina in base alle ultime notizie è stato anche Jens Stoltenberg, segretario generale della NATO. “L’Alleanza non vuole un conflitto con Mosca ma dobbiamo prepararci a un confronto che potrebbe durare decenni. Se il presidente Vladimir Putin vince in Ucraina, non c’è garanzia che l’aggressione russa non si estenda ad altri Paesi”, ha avvertito nel corso di alcune recenti interviste. È per questo motivo che l’allerta deve rimanere alta e per tutti è necessario investire nel settore militare.
“La deterrenza funziona solo se è credibile. Dobbiamo ricostruire ed espandere la nostra base industriale più velocemente, in modo da poter aumentare le forniture all’Ucraina e rifornire le nostre scorte. Questo significa passare da una produzione lenta in tempi di pace a una produzione veloce, come è necessario in tempi di conflitto”, ha concluso l’ex Ministro di Stato della Norvegia.