L’accusa di censura ai danni di Ghali da parte del Fatto Quotidiano a Repubblica sta avendo conseguenze anche all’interno del giornale diretto da Molinari. Lo dimostra il comunicato del Comitato di redazione, trasmesso da una fonte interna al giornalista Paolo Mossetti, inviato questa mattina al direttore per contestare la decisione di non pubblicare più l’intervista al rapper milanese. «Se non si fosse capito, chi mi ha inoltrato la lettera vuole che giri il più possibile: per far sì che il malessere – di lungo corso – del Cdr non venga occultato in redazione, e che Repubblica emerga come un luogo dove c’è più dibattito di quanto non appaia all’esterno», commenta Mossetti su X, ex Twitter. «Interpretando il comune sentire largamente diffuso tra le colleghe e i colleghi di Repubblica, non possiamo che contestare la mancata pubblicazione dell’intervista a Ghali, fermata dal direttore quando era già in pagina», si apre così la nota del Cdr di Repubblica.
Pur riconoscendo il diritto del direttore di intervenire e di decidere che vada aggiunta una domanda all’intervista, perché del resto «le domande si fanno tutte, soprattutto le più scomode», si evidenzia che «diritto e dovere del giornalista è riportare le cose come stanno. I nostri interlocutori hanno il dovere di rispondere, ma anche il diritto di non prendere una posizione se lo ritengono, assumendosene le responsabilità». Quello che non si può fare, rimarcano i giornalisti di Repubblica, «è non pubblicare un’intervista (dove tra l’altro si parlava di pace) perché non ci piace il suo contenuto, buttando il lavoro delle colleghe e dei colleghi e umiliandone la professionalità».
Il fatto viene considerato «ancora più grave nel momento in cui Repubblica racconta – e prende giustamente posizione – il comportamento dei vertici Rai parlando di “censura e Festival vigilato”. Viene meno non solo la coerenza, ma emerge un atteggiamento da “misura per misura” che mina la credibilità della testata e mette in grave difficoltà il lavoro delle colleghe e dei colleghi che si stanno prodigando, non solo sui teatri dei (troppi) conflitti internazionali, per tenere alto il significato più alto del nostro lavoro: informare senza rispondere a nessuno e a nient’altro se non a una onesta ricerca della verità dei fatti». Il comunicato del Cdr si chiude con l’amara constatazione che «purtroppo non è la prima volta che siamo costretti a intervenire su casi di questo tipo. Repubblica è di chi la fa, è un prodotto collettivo come ogni giornale ma un po’ più di tutti gli altri, non uno strumento che risponde alle sensibilità di un’unica persona». (agg. di Silvana Palazzo)
🚨 Com’era immaginabile, il grave episodio dell’intervista bloccata a Ghali non poteva non avere conseguenze.
Una fonte interna di Repubblica mi ha appena inoltrato questo comunicato, che il Cdr del quotidiano ha inviato stamane al direttore per contestarne la decisione. pic.twitter.com/fQwYqNn1Pb
— Paolo Mossetti (@paolomossetti) February 13, 2024
CASO GHALI, IL FATTO QUOTIDIANO ACCUSA REPUBBLICA DI CENSURA
Scontro tra Repubblica e il Fatto Quotidiano su Ghali. Tutta colpa di una presunta censura. In un articolo il Fatto ha raccontato che ai piani alti del giornale diretto da Maurizio Molinari è stata fermata la pubblicazione dell’intervista durante il Festival di Sanremo 2024. La vicenda risalirebbe a venerdì scorso. Dopo le 23, con il Festival in corso ma il giornale in chiusura, l’intervista al cantante viene eliminata. «Perché? Perché il messaggio – una sorta di esortazione alla pace – non conteneva riferimenti (e condanne) alla strage del 7 ottobre, e dunque ad Hamas», la ricostruzione di Alberto Marzocchi. Così nella sala stampa dell’Ariston nel weekend si è aperto il giallo.
L’entourage di Ghali, contattato dal Fatto, ha dichiarato: «Sapevamo che l’intervista sarebbe uscita il sabato, ma poi non è successo». Lo stesso artista non sarebbe a conoscenza del motivo. Di fatto, il sabato l’intervista non compare su Repubblica. Secondo lo staff, Ghali è stato ricontattato dalla redazione con la richiesta di aggiungere una domanda sugli attacchi di Hamas del 7 ottobre. Richiesta respinta da Ghali o dal suo staff, visto che l’intervista concordata era su Sanremo. Il Fatto Quotidiano ha, quindi, concluso definendo il caso come «censura».
LA REPLICA DI REPUBBLICA E COSA HA DETTO GHALI
Ma Repubblica respinge l’accusa di censura su Ghali mossa dal Fatto Quotidiano. «In merito a quanto pubblicato oggi dal Fatto Quotidiano, la direzione di Repubblica precisa che non è stata mai fatta alcuna censura contro il cantante Ghali, gli è stato invece chiesto di rispondere a una domanda sulle polemiche seguite al suo primo intervento a Sanremo in merito al mancato riferimento al 7 ottobre e lui ha scelto di non farlo». Quindi, sul sito è stata pubblicata l’intervista in questione, senza la risposta alla domanda aggiuntiva che era stata chiesta a Ghali.
L’artista racconta di aver cominciato a scrivere la canzone “Casa mia” prima dell’attentato del 7 ottobre da parte di Hamas contro Israele. «Poi alla luce di quanto accaduto alcuni passaggi si sono inevitabilmente caricati di un’attualità, di una forza e autenticità dirompenti, motivo che mi ha spinto ancora di più a portarla al Festival». Ghali ha anche spiegato di non avere né titoli né potere per dirimere alcuna controversia, ma il suo obiettivo è «innescare una riflessione con la speranza che il domani possa essere migliore per tutti».