È ancora giallo sulla morte di Marco Trampetti, architetto milanese che nella sera tra il 3 e il 4 febbraio è scomparso dopo aver passato la serata con il compagno e un amico, a casa. A lanciare l’allarme è stato proprio Mario, l’uomo con il quale condivideva al vita ormai da trent’anni. “Io e Marco ci siamo conosciuti nel 1995. Da lì è nata questa lunga e bellissima relazione che abbiamo vissuto tra alti e bassi”. Come racconta ancora il compagno, “Marco per certi versi è la persona più bella che io abbia mai conosciuto, in termini di bontà e disponibilità“.
Marco è scomparso un sabato sera. “Avevamo invitato a cena un amico, più suo che mio. All’1.30 si è congedato e nonostante abiti vicino a noi, Marco si è offerto di accompagnarlo. Sul pianerottolo, in attesa dell’ascensore, l’ho visto per l’ultima volta. Io ero convintissimo che da lì a 15 minuti al massimo avrebbe fatto ritorno. È l’ultima immagine che ho di Marco. Questo amico era la prima volta che veniva a cena: non ci sono state liti né altro. Io ho chiamato questa persona, mi sembrava ovvia come prima cosa da fare. Lui mi ha confermato che era stato accompagnato da Marco a casa. Io gli ho chiesto se si fosse confidato con lui, se avesse manifestato un atteggiamento strano ma lui mi ha detto di no. Era tranquillo e sereno”.
Morte Marco Trampetti: il cadavere ritrovato in un parco
Federica Sciarelli, a Chi l’ha visto, sottolinea che l’intervista a Mario è stata realizzata prima del ritrovamento del corpo di Marco Trampetti. “Il campanello d’allarme è scattato quando non ho ricevuto sue notizie. Di solito lui poteva stare anche 2-3 giorni fuori ma poi mi arrivata un messaggino con una telefonata. Non mi ha stupito il fatto che non fosse rincasato. Il terzo gioco ho provato a mandare messaggi e telefonare ma i cellulari erano spenti e allora lì mi sono allarmato” spiega proprio il compagno.
Questi “giorni di libertà”, come spiega Mario, “erano incontri. Ci sono app deputate all’incontro con persone e lui le utilizzava. Dopo trent’anni siamo abbastanza aperti”. Il timore del fidanzato, prima di scoprire del cadavere, era “quello che abbia incontrato qualcuno che gli abbia fatto del male. Lui è una persona fortemente ancorata alla vita, non è possibile abbia tentato il suicidio”. La relazione tra i due, inoltre, proseguiva nel migliore dei modi: “Non ci eravamo lasciati nel modo più assoluto”. Il corpo dell’uomo è stato ritrovato in un parco di Milano l’11 febbraio, in un canale poco profondo, con il cadavere a pancia in giù. Non erano presenti segni di violenza sul corpo, che è rimasto in acqua tra 48 e 72 ore. Dunque, nei giorni tra il 4 e l’8 febbraio, dove era Marco Trampetti?