Il Comune di Milano ha perso contro una cittadina che aveva ricevuto una multa via app, senza però la notifica sul telefono: l’automobilista ha fatto ricorso ed ha vinto. Libero ripercorre la vicenda spiegando che la donna, dopo aver preso una contravvenzione, ha scaricato l’applicazione apposita per pagare la multa “Ghisa app”, per saldare il suo debito entro cinque giorni, così da ottenere lo sconto, ma non è riuscita a completare l’operazione, dopo di che, scaduti i termini, si è rivolta ad un avvocato. E così che le due legali Francesca Beretta ed Elisa Cerbone hanno chiesto l’illegittimità della multa o la riduzione della stessa dato che «diversamente da quanto disposto dal Comune» il telefonino della signora non ha mai trillato con la «notifica dell’avviso d’infrazione, ledendole così, oltre che i diritti, anche il patrimonio».
Il giudice di pace Larisa Marchioretto, lo scorso 22 gennaio, ha dato loro ragione, decurtando alla signora 24 euro dalla contravvenzione, certificando inoltre che: «Appare evidente che, e senza entrare nel merito della sanzione (della signora, ndr) il sistema introdotto (la “Ghisa app”, ndr) ha numerose lacune, non ultima quella relativa all’assenza del segnale, come ribadito dal Comune stesso, che impediscono di fatto l’usufrutto dei benefici ai cittadini, con il paradosso che ove vi sia segnale, le contravvenzioni potranno essere pagate con la riduzione del 30% e senza spese di notifiche e invece ove vi siano problemi di segnale le stesse dovranno essere pagate per intero e con l’aggiunta delle spese».
MULTE VIA APP MILANO, COMUNE PERDE IN TRIBUNALE: “ANCHE PALAZZO MARINO…”
Libero fa notare che Palazzo Marino ha definito il procedimento «pretestuoso e privo di qualsiasi fondamento giuridico», ma nel contempo ha ammesso che: «Nell’applicazione si riscontrano alcune anomalie dovute, in buona sostanza, ad assenza di segnale e quant’altro così come accadeva con l’apposizione cartacea degli avvisi che,essendo esposti alla pubblica fede, potevano essere facilmente asportati».
Daniele Vincini, dirigente sindacale della sigla Sulpl che si occupa della Polizia Locale, sottolinea: «Abbiamo denunciatof in dall’inizio che sarebbe stato un disastro con tutta questa nuova tecnologia uno non sa nemmeno che gli è arrivato un verbale. Perché hanno tolto la carta? Non siamo tutti giovani ed esperti digitali, ci sono anche gli anziani che fanno fatica. È successo persino a me».E ancora: «Gli ausiliari della sosta di Atm (la società di trasporto pubblico di Milano, ndr) lasciano le strisciate con le modalità di pagamento, in modo che chiunque può andare o alle poste o dal tabaccaio o dove gli è più comodo. Si fa così, non è difficile».
MULTE VIA APP MILANO, COMUNE PERDE IN TRIBUNALE: “GRAVARE I CITTADINI DI ONERI INGIUSTI”
L’avvocato Beretta aggiunge: «Imporre una modifica di notifica delle sanzioni non solo non funzionante ma anche discriminante nei confronti di tutti coloro che non possono utilizzarla significa gravare i cittadini di oneri economici ingiusti, specialmente in un momento storico in cui molti versano in difficoltà economica».
Sulla vicenda è intervenuta anche la politica, a cominciare dal capogruppo di Fratelli d’Italia a Palazzo Marino, Riccardo Truppo, che ha spiegato di aver già posto la questione in commissione consigliare qualche mese fa «e già allora l’amministrazione mi aveva risposto ammettendo che dei disguidi ci sono. Non si capisce, quindi, perché non si torni al cartaceo, che è il metodo più sicuro e che, nel mondo, non è stato abbandonato. Senza contare che il sistema dell’app, che parte dal presupposto che il cittadino si ritenga aggiornato in tempo reale, potrebbe farlo incappare in una serie di infrazioni ripetute, per cui lì per lì non se ne rende conto e che poi arrivano tutte insieme».