Il mese scorso il Dipartimento per gli Affari dei Veterani degli Stati Uniti ha annunciato che inizierà a studiare le medicine psichedeliche per comprendere la fattibilità di un trattamento apposito per i veterani. Nel dettaglio valuterà proposte di ricerca sulla metilenediossi-metanfetamina (MDMA), sulla psilocibina (derivata da alcuni funghi) e su altri composti psichedelici per arginare gli alti tassi di depressione, per prevenire il disturbo da stress traumatico e suicidio nei veterani. Più di un quarto dei veterani di guerra in Iraq e Afghanistan ha sviluppato un disturbo da stress post-traumatico dopo il congedo e circa 8.000 membri del servizio vengono dimessi dall’esercito ogni anno a causa della malattia. Questa condizione di ansia e depressione è responsabile del suicidio dei 17 veterani che muoiono ogni giorno per propria scelta.
Il disturbo da stress post-traumatico spesso differisce da quello del pubblico in generale, come spiega il maggiore dell’esercito americano Aaron Wolfgang, psichiatra del Walter Reed Army Medical Center e della Yale School of Medicine e come riporta il National Geographic. Questo deriva infatti da “traumi longitudinali in cui si trovano in ambienti non sicuri per un lungo periodo di tempo”, afferma Wolfgang. La psicoterapia standard, infatti, è meno efficace. “I nostri migliori trattamenti in questo momento lasciano ancora sofferenti molti membri del servizio e veterani” spiega ancora l’esperto. Non è chiaro quanti soldi il VA destinerà alla ricerca e quanto velocemente gli studi potrebbero iniziare ma si baserà su un insieme di dati scientifici sui veterani che hanno migliorato la loro salute mentale dopo aver ricevuto terapie psichedeliche e a base di droga in altri Paesi in cui queste sono legali.
Droga ai veterani: gli effetti benefici sulla mente
Jesse Gould, un ex ranger dell’esercito, durante un ritiro di una settimana in Perù nel 2017 ha utilizzato l’ayahuasca, una miscela composta da diverse piante e arbusti contenenti composti psichedelici utilizzati in alcune culture indigene del Sud America. Alla fine del ritiro, “mi sentivo notevolmente cambiato”, dice Gould, che ha creato l’organizzazione no-profit Heroic Hearts Project per facilitare esperienze simili ad altri veterani. “Il VA dovrebbe essere un sostenitore dei veterani, quindi ha senso che conducano ricerche” spiega Gould. Anche se la Food and Drug Administration americana dovesse approvare le medicine psichedeliche, il VA vorrà valutarne l’efficacia e il rischio tra la sua stessa popolazione, spiega il National Geographic. La prima domanda per un nuovo farmaco, per l’MDMA di qualità farmaceutica, è stata presentata da Lykos Therapeutics alla fine dell’anno scorso e la FDA ha recentemente indicato che deciderà entro agosto se approvarlo.
Lykos Therapeutics, che ha presentato la domanda alla FDA, sta attualmente arruolando veterani del Bronx per studiare la sua terapia MDMA in questo gruppo. Sebbene tutte le ricerche sui veterani siano preliminari, i risultati sono incoraggianti, afferma Alan Davis, direttore del Centro per la ricerca e l’educazione sulle droghe psichedeliche presso la Ohio State University e coautore dello studio sul Messico. Juliana Mercer, direttrice dell’organizzazione no-profit Healing Breakthrough che ha sostenuto l’accesso dei veterani all’MDMA, ritiene che se la FDA dovesse approvare la terapia psichedelica, la domanda tra i veterani salirebbe alle stelle. “Se non iniziano ora a elaborare la logistica e a formare i medici, l’MDMA verrà approvato e loro non saranno pronti a implementare questo trattamento salvavita” spiega Mercer.