L’UE si prepara a presentare il suo piano per la difesa comune, in risposta alle crescenti tensioni globali e, soprattutto, alle minacce della Russia, da un lato, e dell’abbandono della Nato da parte di Trump, dall’altro. Ipotesi, quest’ultima, ventilata in diverse occasioni nelle ultime settimane e che si potrebbe concretizzare nel caso in cui il tycoon venga eletto presidente USA alle prossime elezioni di novembre.
Tornando all’UE, a fronte di tutte queste minacce sempre più Stati e analisti hanno iniziato a chiedere un piano per la difesa comune europea, rendendo quella che è sempre stata un’alleanza prettamente economica, anche militare, pronta a reagire davanti a pressioni estere. A lanciare l’idea di un piano comune è stata, ieri, la Ursula von der Leyen, che da Monaco ha rilanciato la necessità di “investire di più, investire meglio e investire in Europa”. Il piano per la difesa comune UE verrà presentato ufficialmente il prossimo 27 febbraio e dovrebbe contenere, ipotizza La Stampa, uno strumento, chiamato ‘Edip’, grazie al quale attraverso un fondo comune verrà finanziata l’industria bellica europea, oltre ovviamente al piano di acquisti congiunti di armamenti e munizioni.
In cosa consiste e quanto costa il piano per la difesa comune UE
Insomma, il piano per la difesa UE dovrebbe consistere in un fondo comune con il duplice scopo di acquistare congiuntamente armi e munizioni e di finanziare la produzione bellica interna. Punto, questo dei finanziamenti, particolarmente caro alla Francia, che da tempo (e in misura maggiore rispetto agli altri Stati membri) spinge affinché si crei uno strumento simile. In altre parole, il meccanismo sarebbe del tutto simile a quello che ha permesso l’acquisto di vaccini durante la pandemia.
Rimane, tuttavia, un punto critico nel piano, ovvero come finanziare il piano di difesa comune UE. Secondo Thierry Breton, commissario europeo responsabile per la Difesa, il fondo dovrebbe essere dotato con almeno 100 miliardi, decisamente lontani dagli attuali 8 (+1,5 recentemente aggiunti) miliardi destinati dal bilancio. Per trovare i fondi sono state messe in campo due ipotesi principali. La prima sarebbe quella di emettere direttamente nuovo debito comune, incontrando tuttavia la reticenza di molti Stati. La seconda, invece, è quella di raccogliere quelle risorse sul mercato azionario. L’UE, dunque, emetterebbe dei nuovi Eurobond riservati alla difesa comune, rendendo anche possibile il finanziamento del fondo da parte degli investitori al dettaglio.