La paghetta si evolve e diventa digitale. Al giorno d’oggi, ormai, sempre più spesso i genitori riconoscono ai propri figli una cifra che possa permetter loro di gestire in autonomia le proprie spese: uscite con amici, qualche sfizio, qualche passione. Uno studio effettuato qualche anno fa da Ing, uno dei principali gruppi bancari e assicurativi al mondo, ha rivelato come la paghetta avesse una chiara funzione pedagogica. Infatti la ricerca, condotta su 12 mila clienti in 13 Paesi, ha messo in evidenza come coloro che hanno ricevuto somme di denaro settimanali, da adulti hanno dimostrato di sapere gestire meglio le proprie finanze a lungo termine.
Ma cosa succede ora che la paghetta diventa digitale? Satispay, ad esempio, ha appena aperto agli under 18. Basta creare un account autorizzato dai genitori o da un tutore legale: così si può iniziare a caricare il portafoglio digitale impostando un budget, per poi monitorare le uscite. Alberto Dalmasso, ceo e co-fondatore di Satispay, ha spiegato che questo sistema “vuole essere un aiuto nella gestione del denaro anche per i più giovani. Lo strumento è sicuro, semplifica la quotidianità, stimola la consapevolezza”. Tutto è immediato, tracciato, senza costi, sottolinea il Quotidiano Nazionale.
La paghetta, qual è la cifra giusta per i nostri figli?
Qual è la cifra giusta, per i nostri figli, per la paghetta, seppur digitale che sia? Uno studio dell’Istituto Mario Negri e dell’Università Cattolica di Milano ha stabilito che per gli adolescenti che dispongono di oltre 10 euro a settimana, è più alta la probabilità di fumare, bere o giocare d’azzardo. La paghetta, dunque, aumenterebbe le probabilità di assumere comportamenti a rischio. Viviamo in un Paese dove i giovanissimi “prendono” più soldi dei coetanei europei (di più solo gli austriaci), ma allo stesso tempo non sono in grado di mettere qualcosa da parte. I soldi riconosciuti loro dai genitori, infatti, vengono spesi quasi esclusivamente nel divertimento.
Secondo gli studiosi, i bambini cominciano ad acquisire la capacità di riconoscimento dei soldi attorno al sesto o settimo anno di vita. In quel periodo della vita le competenze mentali sono ancora precarie e confuse. Dunque, solamente intorno ai dieci-undici anni, i ragazzini iniziano a capire il senso del denaro. Ma qual è, allora, la cifra ideale? Secondo Il Fatto Quotidiano, cinque-otto euro alla settimana possono bastare fino a 12 anni. Dopo i 16 anni si può aumentare la cifra, ma solamente a patto che siano loro a pagarsi ogni sfizio.