Si infittisce il mistero della morte di Alexei Navalny, il più famoso e fermo oppositore politico di Putin deceduto venerdì nel carcere in Siberia in cui era rinchiuso. Una morte che, secondo le autorità russe, sarebbe da imputare alla ‘sindrome da morte improvvisa‘ (seppur in un primo momento si era parlato di embolia), mentre la famiglia e il team dell’oppositore ritengono sia un “assassinio di Stato” perpetrato dallo stesso Putin.
Subito dopo la morte di Navalny sono iniziate a circolare diverse teorie, quasi tutte convergenti sul fatto che il decesso non sia del tutto naturale. Ad avvalorare questa tesi ci sarebbe anche un presunto video che mostra il corpo dell’oppositore tumefatto da alcuni lividi, poi confermati anche da un operatore del servizio ambulanze che ha preso in carico la salma. Come se non bastasse, poi, quest’ultima è sparita misteriosamente nel nulla, al punto che la madre dell’oppositore politico, volata in Siberia, non è riuscita ancora a vedere per un’ultima volta suo figlio. Misteriose, poi, anche le voci, citate dalla Bbc, secondo le quali due giorni prima della morte di Navalny alcuni agenti segreti russi hanno smantellato parte delle telecamere di sicurezza e dei dispositivi di ascolto all’interno e nelle vicinanze della sua cella.
La tesi del Bild: “Navalny morto prima di uno scambio di prigionieri”
Ora, invece, a mettere in campo l’ultima misteriosa teoria sulla morte di Navalny ci ha pensato il quotidiano tedesco Bild. Secondo il quotidiano, infatti, l’oppositore è morto “il giorno di inizio della Conferenza sulla sicurezza di Monaco”, ma anche “esattamente un mese prima delle elezioni presidenziali in Russia” e probabilmente, e qui arriva la nuova teoria, “poco prima della sua possibile liberazione“.
La morte di Navalny, infatti, secondo il Bild, è avvenuta mentre era “in programma uno scambio di prigionieri tra Mosca, Washington e Berlino”, nel quale Putin avrebbe voluto riavere indietro “l’assassino di Tiergarten, un agente che a Berlino, nel 2019, aveva sparato a un oppositore del regime”. A riprova di questa teoria ci sarebbe una dichiarazione dello stesso presidente russo, fatta “in un’intervista con Tucker Carlson”. In quell’occasione Putin avrebbe fatto proprio un riferimento al “rilascio di Navalny in uno scambio” di prigionieri. Due giorni prima della morte dell’oppositore (coincidenza?) i media russi avevano parlato di questo presunto scambio, ottenendo un no comment dall’autorità russa, mentre anche il Segretario di Stato americano Antony Blinken aveva fatto riferimento ad una telefonata che aveva avuto con uno dei prigionieri americani nelle carceri russe.