10 ANNI DALLE PROTESTE IN PIAZZA MAIDAN: LA “SVOLTA” DALLA PROCURA UCRAINA
La “rivoluzione arancione” del 2004, l’invasione della Russia nel 2022 e le proteste filo-europeiste di Piazza Maidan 2014: sono tre i momenti cruciali per la storia recente dell’Ucraina e ora per la Procura di Kiev almeno uno di questi vede “riscriversi” parte della storia. Secondo il capo del dipartimento della Procura generale ucraina, Alexey Donskoy, ha spiegato che in piazza nel 2014 non c’erano cecchini russi a sparare sulla folla. Responsabili invece della mattanza avvenuta nell’Euromaidan furono “solo” uomini delle forze dell’ordine locali: le proteste scattate nella notte tra il 21 e il 22 novembre 2013 – l’indomani della decisione presa dal Governo Yanukovich di porre fine all’accordo di associazione Ucraina-Ue – e che durarono fine alla caduta dello stesso Governo il 23 febbraio 2014, non videro la presenza di cecchini o forze di sicurezza inviate dalla Russia a Kiev.
«Se qualcuno volesse sapere che sul Maidan c’erano cecchini russi e agenti delle forze dell’ordine russi, allora non esiste una cosa del genere» avrebbe detto lo stesso procuratore, citato dallo scoop di Bloomberg.com. Per Donskoy infatti l’ipotesi di cecchini russi pronti a sparare sulla folla per sedare le proteste è solo una «bellissima versione che non si basa sui fatti reali. Sono stati gli agenti delle forze dell’ordine ucraini a uccidere e a commettere crimini violenti». È lo stesso responsabile della Procura a riferire come in realtà lo stesso ex Presidente Yanukovich avrebbe avuto come consiglieri 20 ufficiali dell’FSB russa, 5 dei quali erano anche generali, e che dunque Mosca abbia comunque “aiutato” le autorità ucraine a provare la repressione delle proteste filo-Ue in Piazza Maidan.
COSA AVVENNE IN PIAZZA MAIDAN E PERCHÈ FU IMPORTANTE PER IL FUTURO SUCCESSIVO DELL’UCRAINA
Si celebrano proprio in questi giorni i 10 anni da quei fatti, con in più una guerra in corso che in qualche modo prende “spunto” dagli eventi drammatici dell’inverno 2013-2014: nei 3 mesi di protesta dell’Euromaidan le forze dell’ordine di Kiev cercarono di reprimere gli attivisti con arresti, sequestri e purtroppo anche spari con morti tra la folla. La protesta era atta a modificare la scelta del Governo – all’epoca filo-russo – di interrompere gli accordi di associazioni con Bruxelles.
Dagli storici la protesta di Maidan è stata la terza avvenuta in poco meno di 25 anni, dopo quella del 1999 “del Granito” e quella “arancione” del 2004. 107 i morti totali delle proteste in Piazza Maidan, considerati dal nuovo stato ucraino sorto proprio dopo quella tragedia «Cento eroi celesti». Secondo la versione di Mosca, la rivoluzione dell’Euromaidan viene considerato un “golpe” contro lo Stato legittimo ucraino: è per questo motivo che all’inizio di marzo 2014 Putin decise di spostare le truppe nella penisola di Crimea, di fatto occupandola e bloccando con le proprie navi da guerra il porto di Sebastopoli e i rispettivi movimenti delle navi ucraine. Lo scopo all’epoca fu spiegato così dal Cremlino: «proteggere la popolazione di nazionalità russa in Crimea». La protesta di Maidan che di fatto “generò” l’invasione della Crimea e a loro modo anticiparono le tensioni fra Ucraina, Russia e NATO fino all’invasione del Donbass nel febbraio 2022. La cosiddetta “Rivoluzione della Dignità” – o di Maidan – ha visto stamane la commemorazione del Presidente Volodymyr Zelensky con la moglie Olena Zelenska: il leader dell’attuale Governo ha posto dei lumini accanto alla croce commemorativa nel pieno centro di Kiev, la stessa croce eretta nel marzo 2014 dopo le morti fra i manifestanti di Maidan.