“Nessuna alternativa alla vittoria dell’Ucraina”
Charles Michel, presidente del Consiglio europeo, ha parlato della situazione in Ucraina, in ottica ovviamente europea, sulle pagine del Corriere della Sera. In apertura ci tiene immediatamente a sottolineare che “creso sia estremamente importante, a due anni dall’inizio della guerra (il 24 febbraio, ndr.) ribadire il nostro pieno sostegno a Kiev“. L’invito ai partner europei è quello di “essere estremamente seri e attivi, credibili e affidabili”, agendo “per proteggere i nostri valori e i nostri interessi”.
Secondo Charles Michel, infatti, non esiste alcun piano diverso dal “sostegno all’Ucraina. Il sostegno politico, che significa anche coinvolgimento del Sud globale”, per spiegare chiaramente quali sono i rischi dell’espansione russa, ma anche “supporto finanziario. Supporto militare nel breve termine. E poi convincere i nostri alleati ad allinearsi con gli scopi attuali”. In tal senso, infatti, “l’impegno degli Stati Uniti è estremamente importante” perché in Europa, per l’Ucraina, sottolinea Charles Michel, “abbiamo fatto tutto quello che potevamo”, soprattutto considerando che “non siamo un governo, ma 27 democrazie”.
Charles Michel: “Difesa comune in UE è una priorità”
“Una sconfitta dell’Ucraina”, ribadisce ancora una volta Charles Michel, “non può essere un’opzione, sappiamo tutti molto bene quali sarebbero le conseguenze ed è per questo che è fondamentale agire come stiamo facendo”. Convincere gli Stati Uniti ad agire, secondo il presidente, “è la priorità assoluta per gli ucraini, per la sicurezza in Europa e nel mondo”, ma l’attuale esitazione, specialmente da parte del Congresso, rende chiaro che “in futuro dovremo contare molto di più sulle nostre capacità“.
Oltre che per l’Ucraina, dunque, il piano di Charles Michel e della Commissione UE, è quello che “investire molto di più nella difesa: dovremo coordinarci con gli Stati, identificare quali sono le priorità e in parallelo lavorare con la nostra industria per adattare la strategia di investimento e produzione”. Serve, insomma, “un vero mercato unico della difesa” interno all’Europa, e in questo contesto secondo Charles Michel si potrebbe optare per la European Peace Facility, già usata per sostenere l’Ucraina, e che potrebbe “incoraggiare gli acquisti comuni e la cooperazione nel settore industriale”. Chiudendo, infine, sulla morte di Navalny, il presidente del Consiglio sostiene che si tratta di un “brutale promemoria della natura del regime“, che potrebbe diventare anche un espediente per nuove sanzioni nei confronti della Russia.