Sette religiosi del Sacro Cuore sono stati rapiti ad Haiti. Sei, come ricostruito da Vatican News, sono stati attaccati mentre si recavano alla missione dell’École Jean XXIII. L’ultimo invece aveva appena terminato la celebrazione della messa nella Cappella di Nostra Signora di Fatima, nel quartiere Bicentenaire della capitale, Port-au-Prince.
La zona sta diventando sempre più pericolosa in virtù della forte instabilità politica. La polizia non riesce a contrastare le bande armate e a proteggere i religiosi, che vengono sempre più di frequente attaccati. La convinzione dei criminali infatti è che le Chiese siano ricche e dunque disposte immediatamente a pagare i riscatti. Non sempre però di fatto i Fratelli rapiti riescono a fare ritorno a casa. In molti casi di loro non si sa più nulla col passare delle settimane.
Haiti, rapiti sette religiosi del Sacro Cuore: l’appello per la liberazione
“Preghiamo per la loro liberazione e per la fine di questa piaga dell’insicurezza”, hanno scritto i religiosi e le religiose di Haiti in riferimento agli esponenti della Chiesa rapiti nelle scorse ore da una banda criminale. Anche Papa Francesco poco tempo fa aveva fatto un appello sul tema. “È necessario far cessare le violenze che provocano tante sofferenze a quella cara popolazione”, aveva detto il Santo Padre nel corso dell’Angelus del 21 gennaio.
Da allora però la situazione non è migliorata. Tra gli altri fatti anche quello che ha visto protagonista suo malgrado Pierre-André Dumas, vescovo di Anse-à-Veau e Miragoâne, il quale è rimasto ferito da una esplosione nella casa in cui alloggiava durante una visita a Port-Au-Prince. È stato costretto a sottoporsi a due interventi chirurgici e adesso è fuori pericolo, tanto che sta riprendendo a mangiare autonomamente. L’allerta nel Paese caraibico resta ad ogni modohai altissima.