Il gruppo Stellantis, nato dall’unione tra Fca (ex Fiat) e Psa (meglio nota come Peugeot), continua a far discutere per le scelte gestionali della produzione, in passato eccellenza italiana ed ora sempre più dislocata all’estero, tra Regno Unito, Francia e, recentemente, anche Cina. Ne emerge l’immagine di un gruppo alla costante ricerca di investimenti per poter continuare la produzione, per certi versi ‘costretto’ a lasciare in cassa integrazione i dipendenti (soprattutto, neanche a dirlo, italiani).
Eppure, l’ultima Relazione Annuale, riferita al 2023, sembra restituire un’immagine completamente diversa di Stellantis, che seppur arranchi per dare lavoro ai suoi dipendenti, riconosce stipendi altissimi ai suoi manager. Nella relazione, citata da Libero, spicca su tutti l’Amministratore delegato, Carlos Tavares, che percepisce complessivamente 23,5 milioni di euro. Lo segue, ad ampia distanza, anche John Elkann, presidente del gruppo Stellantis, che da questo ha percepito 4,8 milioni di euro. Il rampollo di casa Agnelli, tuttavia, percepisce anche un lauto stipendio da Ferrari, società della quale è presidente, che gli ha riconosciuto 2,39 milioni di euro, per un totale complessivo di oltre 7 milioni di euro, senza considerare anche i proventi per il gruppo Gedi (La Stampa, Repubblica e Juventus) e per la Cnh (che produce veicoli agricoli e industriali).
Stellantis: i dettagli sulla paga di Elkann e Tavares
Insomma, Stellantis fatica (per certi versi) a pagare i suoi dipendenti, quelli che concretamente lavorano nelle fabbriche, ma riesce a pagare profumatamente i suoi manager. Sulle remunerazioni dovrà ancora esprimersi l’assemblea degli azionisti, che si riunirà il 16 aprile, mentre il gruppo ritiene che Tavares abbia avuto “una delle migliori performance del settore automobilistico ed è al sedicesimo posto delle aziende più profittevoli al mondo”.
Sempre all’interno di Stellantis, il vicepresidente Robert Peugeot ha percepito, nel 2023, ‘solamente’ 216.927 euro, ben inferiori a quelli di Tavares e di Elkann, così come Andrea Agnelli (che si è dimesso a gennaio) appena 62.644 euro. Ad incidere particolarmente sulle remunerazioni di Elkann e Tavares sono i bonus e i benefit che gli sono stati riconosciuti. Il rampollo Agnelli, a fronte di 934mila euro fissi, ne ha ottenuti 684mila di fringe benefits, ed ulteriori 3,2 milioni di incentivi a lungo termine. Cifre ovviamente inferiori di quelle dell’Ad del gruppo Stellantis, che parte da una base di 2 milioni, più altri 634mila euro di benefits, 11,5 milioni basati sulle performance ed altri 10 milioni a lungo termine.