Dalla riduzione delle sanzioni eccessive per le tasse non pagate all’assenza di un reale reato nel caso in cui un’impresa sia realmente in crisi, queste sono due delle molteplici soluzioni a cui il Governo sta pensando per ampliare lo scudo fiscale.
L’obiettivo è quello di rendere il fisco sempre meno rigido, evitando – laddove possibile – di rendere la situazione per il contribuente italiano ancora più complessa di quanto possa già esserlo. E ne è stato un esempio l’introduzione – come proposta – all’evasione di necessità.
Ridurre le sanzioni per le tasse non pagate e lo scudo fiscale
L’obiettivo di ridurre le sanzioni per le tasse non pagate o versate tardivamente, è già presente nel decreto attuativo delle delega fiscale. Allievare il carico fiscale è un primo passo verso uno scudo penale più protettivo nei confronti dei contribuenti in difficoltà.
La riduzione effettiva passerà dal 30% ordinario al 25% scontato. All’atto pratico il 5% di agevolazione, seppur possa sembrare “banale”, in realtà potrebbe avere un impatto molto importante durante il pagamento delle tasse.
Ipotizzando di aver omesso il pagamento di 5.000€ di imposte, su una sanzione di 1.500€ ordinari, lo sconto si ridurrebbe a 1.250€.
Ma resta valida anche la possibilità del ravvedimento operoso (denuncia autonoma dell’omissione), che vede l’applicazione di un ulteriore sconto: con 10 giorni di ritardo la multa passa dai 50€ ordinari ai 41,67€ scontati, oltre 3,42€ di interessi.
Se il ritardo va oltre le due mensilità, la multa passa da 83,50€ a 69,44€ (con l’aggiunta di 20,55€ di interessi).
Reato dimenticato per «crisi»
L’omissione del versamento dell’IVA e delle ricevute fiscali, comporta ordinariamente, a dei reati penali. Lo scudo promosso dal Governo e dal fisco, in questo caso implica una agevolazione che tutela le imprese che stanno realmente passando una «crisi non transitoria di liquidità».
Quanto al termine ultimo entro cui vale “l’illecito” passa al 31 dicembre dell’anno successivo rispetto a quello di dichiarazione fiscale. La misura può essere concessa a patto che il contribuente e/o l’impresa in crisi, abbia già accordato un piano di rateizzazione dell’omissione delle imposte.