Nella giornata di ieri a Parigi si è tenuto un incontro tra 20 capi di Stato internazionali, tra i quali Olaf Scholz, Pedro Sánchez e David Cameron, ma anche Volodymyr Zelensky. Si trattava, non a caso, di un’occasione per ribadire il pieno supporto dell’Europa alla causa dell’Ucraina, voluta dal presidente francese Emmanuel Macron che ha sottolineato, in apertura, che “le posizioni sono sempre più dure”. La Russia, secondo Macron, si sta “irrigidendo”, oltre che preparando a “nuovi attacchi”.
Dal conto suo, Zelensky, pur presenziando all’incontro, non ha rilasciato particolari dichiarazioni, mentre i 20 hanno effettivamente concordato il sostegno a Kiev. Emblematico di un cambio di rotta nella strategia europea nei confronti della guerra in Ucraina è stata la presa di posizione da parte di Geert Wilders, leader della destra identitaria, eletto in Olanda e in cerca di una coalizione. Questi, infatti, oltre ad appoggiare politicamente Zelensky e l’Ucraina, ha aperto all’ipotesi di un aiuto militare a favore di Kiev. Similmente, è stata importante (ma per ragioni diverse) anche l’apertura da parte dell’Ungheria all’adesione alla Nato della Svezia, dopo lunghe ed estenuanti trattative.
Zelensky: “I nostri piani militari trafugati dalla Russia”
Tornando a Zelensky, seppur da Parigi non abbia detto nulla di particolarmente incisivo, nel corso della giornata di ieri non sono mancate alcune dichiarazioni. Nel pomeriggio, infatti, durante una conferenza stampa con il primo ministro bulgaro Nikolay Denkov è tornato a rimarcare sugli aiuti. Secondo il presidente ucraino, infatti, “dei milioni di proiettili che l’Unione Europea ci aveva promesso, purtroppo non è arrivato il 50%, ma il 30“, insoddisfacente per continuare la guerra contro la Russia.
Alla Cnn, invece, Zelensky ha puntato il dito contro Donald Trump, accusandolo di schierarsi “dalla parte” di Putin e sottolineando che, se i Repubblicani continuano a bloccare gli aiuti, milioni di civili potrebbero morire in Ucraina. Il leader ucraino, inoltre, ha parlato di una “fuga di notizie” all’interno del suo esercito o della catena di comando che ha fatto sì che “i piani della nostra controffensiva [finissero] sul tavolo del Cremlino prima che la controffensiva iniziasse”. Zelensky, tuttavia, si è detto intenzionato a continuare a difendersi dall’aggressione, promettendo che a breve inizierà una nuova controffensiva.