Il turismo organizzato si tutela e si prepara a chiedere i danni ai ministero per i ritardi nel rilascio dei passaporti. Franco Gattinoni, presidente Fto-Confcommercio, ai microfoni di 24 Mattino su Radio 24, ha dichiarato: “È una cosa incomprensibile in un Paese moderno come il nostro. Non è nemmeno pensabile, è uno schifo, inimmaginabile. Nel nostro settore abbiamo perso circa 300 milioni di fatturato”. Questi, infatti, sono i mancati incassi per il settore del turismo. La preoccupazione è però grande anche in ottica futura: “Siamo all’avvio della stagione delle vendite per le vacanza estive ma con questo andazzo rischiamo di perdere qualcosa come 200 milioni solo nel 2024” ha sottolineato Gattinoni.
Anche perché “se da una parte possiamo aiutare e indirizzare i clienti che comunque entrano in agenzia, il vero problema è che non riusciamo a intercettare coloro che, scoraggiati, rinunciano al viaggio o magari decidono di ripiegare su Paesi più vicini per i quali non serve il passaporto” ha aggiunto ancora. C’è inoltre il rischio concreto di veder crescere il conto del fatturato perso, spiega Il Sole 24 Ore. Per questo sei associazioni del turismo organizzato hanno inviato una lettera al ministro Piantedosi per affrontare “con urgenza” quella che ormai è diventata un’emergenza passaporto che va avanti da 18 mesi. Biblici, infatti, i tempi dell’appuntamento: in alcuni Paesi viene fissato addirittura un anno dopo.
Ritardi nel rilascio del passaporto: “Stop al vincolo di territorialità”
Le associazioni del turismo organizzato hanno inviato una lettera al ministro Piantedosi per affrontare con urgenza l’emergenza legata ai ritardi nel rilascio dei passaporti. “Stiamo ancora aspettando una sua risposta perché non si può definire un’emergenza: è un problema che ci trasciniamo dietro da troppo tempo e che sta addirittura peggiorando invece di migliorare” ha sottolineato Franco Gattinoni, presidente Fto-Confcommercio. È d’accordo Domenico Pellegrino, presidente Aidit-Confindustria: “Stiamo perdendo vendite di viaggi e 18 mesi di interlocuzioni sul tema per risolvere un nodo burocratico non sono accettabili in un Paese evoluto”.
Ad essere colpite sono infatti “tutte le destinazioni a lungo raggio e trasformare il viaggio desiderato in un altro viaggio verso un Paese che non richiede il passaporto è una esperienza frustrante per il cliente. La reazione più immediata è semplicemente la rinuncia al viaggio e magari la decisione di adottare soluzioni di vacanza che fuoriescono dai circuiti di turismo organizzato in cui agiscono gli operatori” ha spiegato Pellegrino. Intanto il deputato di Azione Fabrizio Benzoni è pronto a presentare la quarta interrogazione parlamentare sul tema. I dati, ha spiegato, “confermano un’Italia a macchia di leopardo. Per questo reiteriamo la proposta di aprire il vincolo di territorialità. Non c’è alcuna ragione per poter richiedere il passaporto nella sola area di residenza”.