Strage di Erba: un massacro costato la vita a quattro persone, due coniugi condannati all’ergastolo in via definitiva e un movente, le liti di vicinato. È la sintesi della cronaca di uno dei casi più scioccanti della recente storia italiana, sfociata in un iter giudiziario sigillato dalla massima pena per Rosa Bazzi e Olindo Romano, i vicini di casa di Raffaella Castagna che, secondo i giudici, l’avrebbero uccisa al culmine di una scia di tensioni “da pianerottolo” spazzando via, con la sua vita, quelle del figlioletto di 2 anni, Youssef Marzouk, della madre Paola Galli e di un’altra vicina, Valeria Cherubini, accorsa sulla scena perché insospettita dal fumo che fuoriusciva dall’appartamento dove gli assassini avevano appiccato un incendio per distruggere ogni traccia. Soltanto uno si sarebbe salvato dalla furia della coppia, Mario Frigerio, marito della Cherubini scampato per un soffio alla coltellata che gli avrebbe dovuto recidere la carotide. A consentirgli di sopravvivere, una malformazione congenita.
Ed è proprio Frigerio il custode di una delle prove cardine dell’accusa, la testimonianza a carico di Olindo Romano nella quale lo avrebbe riconosciuto quale suo aggressore di quella sera dell’11 dicembre 2006 segnata dal sangue e dal fuoco. Tra i pilastri dell’impianto accusatorio contro i coniugi, una macchia di sangue sul battitacco dell’auto di Olindo, lato guidatore, e appartenente alla vittima Valeria Cherubini, e le confessioni di marito e moglie (poi ritrattate, ma ritenute genuine dagli inquirenti). È questo il quadro dei principali elementi che, secondo la verità processuale, sarebbe emerso a carico della coppia restituendo la ricostruzione dei fatti consumati nella palazzina della corte di via Diaz, in provincia di Como, per i quali i coniugi sono finiti in carcere a vita con sentenza confermata in Cassazione.
Il processo a carico di Rosa Bazzi e Olindo Romano per la strage di Erba
Rosa Bazzi e Olindo Romano sono stati arrestati nel gennaio 2007, circa un mese dopo la strage di Erba, accusati di aver commesso il massacro in cui persero la vita Raffaella Castagna (30 anni), suo figlio Youseff (2 anni), sua madre Paola Galli (60 anni) e una vicina di casa, Valeria Cherubini (55 anni). I due confessarono gli omicidi il 10 gennaio, ma nell’ottobre dello stesso anno la loro versione cambiò, virando su una ritrattazione definitiva delle confessioni: ancora oggi, trascorsi quasi 18 anni dalla mattanza, si dicono innocenti sostenendo di essere stati indotti a dichiararsi colpevoli. In primo, secondo grado e infine in Cassazione, con sentenza del 3 maggio 2011, i coniugi Romano-Bazzi sono stati ritenuti responsabili della strage e condannati in via definitiva alla pena dell’ergastolo con isolamento diurno per 3 anni.
Secondo l’impianto accusatorio, il movente della strage di Erba sarebbe da rintracciare nelle tensioni di vicinato e nelle liti sempre più accese tra i Romano-Bazzi e Raffaella Castagna, sposata con il tunisino Azouz Marzouk inizialmente indicato dai media come il presunto pluriomicida (tesi presto smontata dall’alibi dell’uomo, in Tunisia il giorno del massacro). A rafforzare la tesi dell’accusa su questo punto, il fatto che tra i tre vi fossero diverse denunce reciproche e che, una manciata di giorni dopo la strage, Rosa Bazzi e Olindo Romano avrebbero dovuto presentarsi ad una udienza nella causa intentata da Raffaella Castagna che li aveva accusati di lesioni seguito dell’ennesimo litigio. La goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso, secondo la ricostruzione a carico dei coniugi, spingendoli a massacrare quattro persone e ferirne gravemente una quinta, Mario Frigerio, poi diventata principale testimone contro di loro.