Conoscendo l’attaccamento e l’incommensurabile fiducia nella loro squadra, i casciavit, rifacendosi a memorie storiche, staranno predisponendo tabelle per il raggiungimento dello scudetto. Venerdì, infatti, con ugual colpo di fortuna, hanno ripetuto con Okafor le gesta di Tonali 2022: rete, a due minuti dal novantesimo, immeritata, a una Lazio in deficit numerico, tre punti in saccoccia. Ma se i diavoli sono quelli visti a Roma sarà molto difficile già rimontare la Juve per il secondo posto che dà diritto alla Supercoppa con annessi soldoni arabi. Sarri con un 4-1-4-1 ha imbrigliato il centrocampo milanista e la gara sarebbe finita 0-0 se Pellegrini, terzino laziale, non avesse commesso una minchiata sesquipedale terminata con la sua espulsione. In tale occasione l’arbitro Di Bello ha applicato pedissequamente il regolamento come potrebbe anche essere giusto. Per il resto il direttore di gara non ne ha centrata una ,ha fischiato a ogni minimo contatto interrompendo costantemente il gioco e avrebbe potuto sorvolare su molte ammonizioni e sulle ultime due espulsioni biancazzurre. Ai rossoneri è andata bene, complimenti a loro come se ci si stesse congratulando con chi vince alla lotteria.
Una riflessione. Ora c’è la moda di “ripartire dal basso”. Credo sia un modo eccellente per controllare il gioco. Però lo puoi fare senza pericoli, se sei una squadra molto forte, altrimenti, fatti due passaggi, devi affrettarti al rinvio casuale. Se sei in questa condizione perché il rinvio non lo fai fare direttamente al portiere? Creeresti meno paure a te stesso e, affrettando il gioco, daresti qualche preoccupazione in più all’avversaria.
Molto tattico lo scontro fra Monza e Maggica. I due giovani allenatori hanno compreso che per prima cosa è importante non prenderle e che quando sei in possesso della palla gli avversari non possono segnare. Infatti, se la palla era in possesso dei brianzoli, la Roma si compattava nei venti metri davanti alla propria area e, viceversa, se il possesso era giallorosso. Per segnare era necessaria una prodezza: Colpani ci era quasi arrivato, ma, poco dopo la mezz’ora, è stato il capitano della Roma a entrare in area e, dopo un paio di dribbling, fulminare Di Gregorio. Poi tutto facile per i capitolini: dopo tanto tempo ha segnato, su assist di Dybala, Big Rom. Poi Dybala personalmente e Paredes. Il Monza ha molto sentito l’uscita di Gagliardini per infortunio dopo pochi minuti, è il suo frangiflutti a centrocampo. Fra l’altro Palladino lo ha sostituito con un semiattaccante, Valentin Carboni, abbassando la guardia a centrocampo. Comunque i giallorossi si avvicinano al quarto posto, sarebbe il loro scudetto.
Bello l’incontro fra le due pretendenti al seggiolino per la Champions. Due decentissime squadre, tatticamente perfetti i due allenatori, ma fra queste due ottime equipe e l’Inter ci stanno tutte le quattro pappine che la Dea ha portato a Bergamo da San Siro. L’Atalanta è passata in vantaggio, ha creato altre occasioni da rete, ma i rossoblu hanno avuto la forza di rimanere in partita con lo stile “chinati giunco che la piena poi passa”. Il Bologna ha avuto sempre la capacità di non disunirsi e sviluppare gioco, i bergamaschi si sono mostrati forti nelle verticalizzazioni. A inizio ripresa, con splendido palleggio all’ingresso dell’area atalantina, i felsinei si sono procurati e trasformato il rigore del pareggio. Esecutore Zirkzee. Dopo poco il Bologna ha esagerato ed è passato in vantaggio; la Dea è parsa sulle gambe, i rossoblu si divertivano. Nonostante i generosi tentativi bergheimer i bolognesi non hanno rischiato alcunché e portati a casa tre sacrosanti punti.
La Juve a Napoli è stranamente partita con una pressione ultra offensiva, gli azzurri hanno tentato di salire con alcune ripartenze anche pericolose. Dopo un quarto d’ora, i campani hanno cominciato a macinare gioco e la gobba si è predisposta alla partita che ci aspettavamo: chiudersi nei propri trenta metri e… sperare. Tutto tranquillo fino a poco dal termine della prima parte quando Kvara ha finalizzato una travolgente azione napoletana. Al Napoli tutto è andato bene anche perché Vlahovic ha sbagliato almeno tre occasioni enormi. Il secondo tempo è trascorso fra i tentativi dei bianconeri di farsi sentire e il possesso palla dei napoletani. Quando tutto pareva concluso, ecco Chiesa portarsi dalla destra verso il centro area e, con un tiro preciso e potente, seccare Meret. Il pareggio era, in quel momento, il giusto risultato. Poi, per la felicità del popolo del Maradona, Raspadori, subentrato a Politano mette fine, forse, alle velleità di scudetto 23/24 juventine con un tap in su rigore respinto a Osimhen. L’inter, con una gara in meno, ha dodici punti di vantaggio, dopo la gara col Genoa mancheranno solo dodici partite. Dovrebbe impegnarsi molto se volesse buttarlo.
La Beneamata è stata chiamata a concludere la lunga giornata come gli ospiti d’onore nei grandi spettacoli, come il torero dopo i picadores. Tutti si aspettano di divertirsi alla facciazza del Genoa che, viceversa, si starà preparando a piazzare il bus davanti alla porta e non superare la metà campo se non con rinvii alla “viva il parroco”. Ci vorrà una grande serata nerazzurra per uscire vincente. Sarà la gara della consacrazione per Asllani e Sanchez? Passeranno da sottosegretari a Vice Ministri? Se cominceranno a girare anche loro riducendo la distanza con i Ministri Thuram e Chala nulla sarà più impossibile per la squadra bauscia. Aspettiamo.
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