Il giornalista Byron Tau ha recentemente, con una ricerca durata complessivamente per cinque anni, che il governo USA spia veramente i cittadini, ma in modo completamente legale (o quasi). La sua lunga ed articolata tesi è nata in seguito ad una cena con una fonte, che gli avrebbe parlato di questo sistema di sorveglianza di massa, ed è finita al centro di un libro recentemente pubblicato, Means of Control ancora non tradotto in italiano.
Tau, però, ha parlato delle sue scoperte anche in un’intervista con Politico, nella quale precisa che, sì, il governo USA spia i cittadini, ma lo fa essenzialmente “acquistano i dati di geolocalizzazione di milioni, forse miliardi di cellulari, raccolti tramite app o inserzionisti online”. Dati raccolti da “aziende praticamente sconosciute all’americano medio” che in parte si concentrano sulla raccolta di dati commerciali, in parte sui dati social e in parte su quelli GPS. La leva con cui il governo USA spia i cittadini sta nelle politiche sulla privacy dei siti, nelle quali è indicato che “i dati sulla posizione possono essere rivenduti ad altre entità“, tra cui le aziende di cui sopra che poi le rivendono al governo. I dati sulla posizione, precisa, sono tecnicamente anonimi, ma è anche vero che “il luogo in cui il tuo telefono trascorre le serate, ad esempio, è probabilmente l’indirizzo del suo proprietario e può essere confrontato con altri registri immobiliari“.
Byron Tau: “Governo USA spia i cittadini, ma lo fa legalmente”
Seppur si possa tranquillamente dire che il governo USA spia i cittadini, Tau ci tiene anche a sottolineare che non ha trovato prove su possibili violazioni “dei diritti civili e delle libertà civili degli americani”. Anzi, il principale utilizzo di quei dati, scoperto dal giornalista, è relativo ad “un’ampia varietà di missioni di polizia, sicurezza pubblica, militare e di intelligence” e “viene spesso usato per identificare modelli o valore anomali”.
Il sistema con cui il governo USA spia i cittadini è stato impiegato, spiega Tau, “per qualsiasi cosa, dal rastrellamento di immigrati privi di documenti all’individuazione di tunnel di frontiera, per la caccia all’uomo o per l’identificazione di persone specifiche nelle vicinanze di crimini o attività criminali note”. In generale, “lo abbiamo visto utilizzare anche in situazioni in cui il governo avrebbe altrimenti bisogno di un mandato o di qualche altro tipo di ordine del tribunale per ottenere dati”. Insomma, il governo USA spia i cittadini, ma secondo il giornalista che ha scoperto il tutto, è un sistema usato per ora solamente a scopi non lesivi della libertà individuale. Rimangono, tuttavia, innegabili i relativi dubbi che ne potrebbero sorgere, soprattutto dopo l’era Snowden.