Chi è Pierdante Piccioni, la storia vera del medico che ha ispirato ‘Doc – Nelle tue mani’
Nel salotto di Caterina Balivo è stato oggi ospite Pierdante Piccioni, un medico di 54 anni che ha vissuto una vicenda personale davvero incredibile e traumatica. Nel 2013, inseguito ad un brutto incidente, ha perso buona parte della sua memoria. 12 anni cancellati da un evento, seguiti da un lungo percorso di recupero per prendere possesso della propria vita e ricordi. La sua storia ha ispirato la fiction ‘Doc – Nelle tue mani’ e questo pomeriggio ha raccontato i tratti salienti del suo percorso.
Pierdante Piccioni è partito dal raccontare la visione di sua moglie una volta ripresa conoscenza, ma sprovvisto della propria memoria. “Capisco che è mia moglie ma non riesco ad accettare come in poco tempo fosse cambiata; guardandola dal basso verso l’alto le dico una cosa che tutt’ora lei mi rinfaccia, ‘Ma quante rughe hai sotto il collo?’. L’incidente oltre ad avermi fatto perdere la memoria mi ha aveva anche fatto perdere quella parte del cervello che crea inibizioni”.
Pierdante Piccioni, il toccante racconto del figlio Filippo: “All’inizio c’era frustrazione…”
Pierdante Piccioni – medico che ha ispirato “Doc – Nelle tue mani” – ha poi raccontato le reazioni dei figli alla mancanza di memoria. “Quando ho visto i miei figli mi sono rivolto a loro dicendo: ‘Ma voi chi siete?’. Era esattamente quello che provavo in quel momento. Quello che mi aveva convinto che fossero morti in un incidente era perché vederli adulti con la barba mi aveva convinto che non ci fossero più”. Il medico – la cui storia vera ha ispirato la fiction – ha poi spiegato: “I ragazzi sono stati bravi anche se all’inizio erano oppositivi, io li trattavo male ma siamo riusciti a fare un passettino ciascuno. Sono stati loro a ricominciare con le passioni in comune, come il calcio. Ad esempio mi hanno fatto rivedere i Mondiali del 2006”.
A La Volta Buona è poi intervenuto anche Filippo, figlio di Pierdante Piccioni. “All’inizio hai questa sensazione di straniamento, qualcosa che non ti aspetti: pensi che lui ti riconosca dagli occhi e a me è parso di capire che da lì avesse capito che fossi suo figlio. Nei giorni e mesi successivi c’è stata anche un po’ di frustrazione perché non sentirsi riconosciuti fa male all’inizio; poi però quella rabbia lascia il posto alla voglia di riscrivere quella vita che hai vissuto e che lui non ricorda più…”. In conclusione, il medico che ha ispirato “Doc – Nelle tue mani”, ha poi raccontato come sia riuscito a recuperare il suo ruolo di medico. “Mi è stato detto che ero finito come medico, e all’inizio ci ho creduto. Poi ho pensato davvero a cosa volessi fare da grande e ho sempre voluto fare il medico. Vado fiero del fatto di aver dimostrato come trasformare la rabbia in una possibilità. Mi sono rimesso a studiare, ho ricominciato dai fondamentali scoprendo anche internet…”.