Si sono conclusi, anche per questo 2024, i Colloqui Fiorentini, atteso ed apprezzato convegno che si tiene ormai da 24 anni presso il Palazzo Wanny di Firenze. L’evento, organizzato da Diesse Firenze e Toscana, con il supporto dei ragazzi dell’Istituto Tecnico per il Turismo “Marco Polo”, dell’I.P.S.S.E.O.A Bernardo Buontalenti e del Liceo scientifico e linguistico Niccolò Rodolico, ha raccolto 2.300 studenti e docenti, provenienti da 116 istituti di 86 differenti città di 18 ragioni.
Centrale, nell’edizione 2024 dei Colloqui Fiorentini è stata la figura di Giovanni Pascoli, sintetizzata dalla sua riflessione “C’è un a voce nella mia vita“, punto di partenza per un dialogo attivo e costruttivo durato per 3 giorni. I Colloqui, testimonia Pietro Baroni, docente di scuola secondaria di secondo grado e direttore del convegno, “hanno mantenuto la promessa, che ha convogliato da tutta Italia così tanti docenti e studenti, di vivere un’esperienza integrale, un’esperienza di umanità piena, di umanità vera grazie e dietro alle pagine, alle poesie, alle parole di Giovanni Pascoli“. Il pensiero dell’autore, al centro dei Colloqui Fiorentini, voleva essere “una provocazione” che stimolasse una riflessione sulla “vita di ciascuno” dei presenti, “mettendo in gioco la loro esperienza e paragonandola con le parole di Pascoli“.
Baroni: “I Colloqui Fiorentini sono una provocazione per cuore e mente”
“Quando scegliamo i titoli dei Colloqui Fiorentini“, ha spiegato ancora Baroni dopo la chiusura del convegno, “scegliamo sempre citazioni dell’autore che siano una provocazione per il cuore e la mente dei nostri docenti e dei nostri studenti. C’è una voce nella mia vita“, sottolinea, “è una chiamata, è un invito a seguire Pascoli, a mettersi in cammino insieme a lui, alla scoperta della vita e del mistero della vita, ad ascoltare le domande del nostro cuore e a cercare insieme le risposte“.
I Colloqui Fiorentini, tuttavia, oltre che luogo per riflettere sulla propria vita, aspirano anche una riflessione più generale sulla scuola, su cosa per ognuno significhi studiare o insegnare. Un luogo, insomma, per rilanciare la scuola come istituzione, ma soprattutto come guida per le nuove generazione verso un futuro creativo, costruttivo e positivo. “Le provocazioni che abbiamo ricevuto“, ha spiegato Gianluca Zappa, docente del Liceo Classico Mariano Buratti di Viterbo presente ai Colloqui Fiorentini, “hanno risvegliato la nostra voglia di insegnare, guardando al cuore dei ragazzi che abbiamo in aula“. Emanuele Maggini, studente 17enne di Viterbo, nei Colloqui ha visto un modo per mettere “in gioca la nostra esperienza, paragonandola a quella di Pascoli“, scoprendo “qualcosa di più di noi e del nostro stare insieme“.
I Colloqui Fiorentini 2025 incentrati su Pierpaolo Pasolini
Durante i Colloqui Fiorentini ha trovato spazio anche la premiazione delle migliori tesine, sia per gli studenti del biennio che per quelli del triennio. L’opera migliore, spiega ancora Baroni, è stata scelta tra quelle che “esprimano non tanto un nozionismo sull’autore, ma ciò che nel cuore e nella mente dei nostri studenti hanno suscitato le parole di Pascoli, le scoperte di sé che grazie a Pascoli hanno fatto“, esprimendo al meglio “una nuova intelligenza della realtà, della loro vita, che grazie allo studio di Pascoli in loro è nato“.
Questa è la cosa, secondo Baroni, più importante dei Colloqui Fiorentini, “perché sapere l’elenco delle opere di un autore o quello che la critica dice di lui lo troviamo in tanti libri, in tanti manuali, ma quello che uno studente ha sorpreso di sé, del proprio cuore e della propria vita, lo conosce soltanto quello studente e lo può scrivere solo lui e quindi è espressione della sua assoluta unicità“. I criteri per le opere migliori dei Colloqui Fiorentini, insomma, sono stati “personalità, originalità, confronto personale con le opere, che le rende uniche e irripetibili“. L’anno prossimo, i Colloqui avranno al centro “un autore affascinante, controverso, profondissimo, estremamente provocante, che è Pierpaolo Pasolini“.