Davide Nanni, un libro sulle luci e ombre della passione per i fornelli
In un’intervista rilasciata per il Corriere della Sera, Davide Nanni ha deciso di addentrarsi in alcuni aneddoti raccontati nel suo nuovo libro. In particolare, lo chef si è soffermato sull’esperienza piuttosto dura vissuta a Londra nel 2010 presso il locale di un altro maestro dei fornelli: Giorgio Locatelli. Il portale del quotidiano riporta un estratto del libro per rendere l’idea del racconto dello chef. “Tutto il giorno pulivo gigantesche casse di rucola, gambo per gambo. Un pomeriggio per sbrigarmi eliminai le radici con un solo strappo. Il capo partita mi raggiunse e mi sbatté il mazzo in faccia, spaccandomi il labbro… Dopo due mesi il mio corpo iniziò a cedere, nessuno mi chiese cosa avessi”.
A proposito di quanto raccontato nel suo libro, Davide Nanni ha raccontato al Corriere della Sera: “Ho scritto questo libro perché è la storia della mia vita, nel bene e nel male. Volevo essere sincero su tutto, quello che sono oggi è anche il frutto delle esperienze negative. Ero molto giovane, forse oggi l’avrei affrontata in un altro modo…”. Lo chef – ricordando l’esperienza a Londra con Giorgio Locatelli – ha spiegato: “Il mio comportamento umile e rispettoso è stato interpretato come passività, la sensibilità come fragilità. Ma quell’esperienza mi ha fatto anche capire che a volte bisogna indossare una corazza”.
Davide Nanni e il racconto choc sull’esperienza nella cucina di Giorgio Locatelli: “Non ho nulla contro di lui…”
Proseguendo nel suo discorso, Davide Nanni ha rivelato al Corriere della Sera di non provare alcun tipo di risentimento nei confronti dello chef Giorgio Locatelli. Dal suo discorso, si evince anzi come sia uscito fortificato da quell’esperienza senz’altro dura. “La cucina è un posto di passione e amore, non ci può essere spazio per il terrore. Se ho più sentito Locatelli? No, non c’è stata occasione, ma non ho niente contro di lui. Rispetto il suo percorso e quello che ha fatto… Spero non capiti ad altri, volevo raccontare quanto può essere dura”.
Concludendo il suo racconto al quotidiano, Davide Nanni si è detto fiero del percorso intrapreso e che lo ha portato ad essere la persona di oggi, sia nel quotidiano che professionalmente. “Dopo quell’esperienza, il rientro in Italia e momenti di vuoto e disperazione, ho trovato altre direzioni. Ho costruito piano piano me stesso; scelte e rinunce, alla ricerca della mia strada. Ho trovato quella che credo giusta e l’equilibrio. Oggi posso dire che se non avessi passato tanto di quelle cose forse non sarei riuscito ad essere quello che sono”.