Macron: “Ora l’aborto deve diventare universale”
Nella giornata di oggi, con un gesto simbolico in occasione della Festa della donna, il presidente francese Emmanuel Macron assieme al ministro della Giustizia Eric Dupond-Moretti ha iscritto il diritto all’aborto nella Costituzione della Francia. Per l’occasione si è tenuta una cerimonia presso Place Vendôme a Parigi, durante la quale il ministro ha utilizzato una pressa del 1810 per imprimere il diritto ad abortire sul testo costituzionale originale, varato nel 1958.
Si è conclusa, così, la battaglia di Macron che da settimane aveva posto particolarmente l’accento sull’idea di iscrivere l’aborto in Costituzione, difendendo il legittimo diritto delle donne francesi ad optare per l’interruzione di gravidanza. Tuttavia, dopo la cerimonia, il presidente ci ha tenuto a sottolineare che “oggi non è la fine della storia, ma l’inizio di una lotta“. Infatti, “in Europa le forze reazionarie attaccano i diritti delle donne prima ancora dei diritti delle minoranze”, e a fronte di questo ha promesso di “condurre questa lotta” in tutto il continente, nel quale “niente è più scolpito nella pietra e tutto deve essere difeso. Voglio sancire”, ha dichiarato Macron, “quella libertà garantita all’aborto anche nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea“, promettendo che in futuro “il diritto all’aborto diventerà universale“. Tutti, quel giorno, ricorderanno “che tutto è cominciato in questo 8 marzo 2024, in cui la Francia è diventata grande”.
I limiti all’aborto nella Carta dei diritti UE
Insomma, dopo l’aborto nella Costituzione della Francia, Macron intende aggiungerlo anche nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, promuovendo un cambiamento che diventerà, prima o poi, universale. Non si tratta della prima volta in cui si ipotizza di inserire l’aborto nella Carta dei diritti UE, perché già nel luglio 2022 dopo il ribaltamento della sentenza Roe v. Wade negli USA, l’aveva suggerito il Parlamento, ipotizzando una postilla dell’Articolo 7 sul rispetto della vita privata e familiare.
Tuttavia, quasi certamente, la battaglia di Macron per l’aborto nella Carta dei diritti UE si rivelerà decisamente ostica, perché richiederebbe l’unanimità di tutti e 27 gli Stati. Seppur in generale il diritto sia garantito nella maggior parte dei paesi, in alcuni vigono ancora regolamenti piuttosto stringenti. È il caso dell’ultra conservatrice Polonia, che lo concede solo a fronte di minacce diretta alla vita o alla salute della madre, o in caso di stupro. Similmente, anche Malta lo concede solo se la vita della madre è in pericolo, e quasi certamente Macron troverebbe anche l’opposizione dell’Ungheria. Insomma, una battaglia sì, ma sicuramente non facile.