Dal 7 ottobre 2023, quando Israele è stato colto di sorpresa dall’attacco proditorio e criminale da parte di Hamas, sono emerse ulteriori informazioni sul motivo per cui non c’era stato alcun avvertimento preventivo sull’attacco e sui fallimenti dell’intelligence israeliana a riguardo.
È diventato evidente che l’intelligence israeliana ha mal interpretato le intenzioni di Hamas. Il concetto di sicurezza israeliano, guidato dall’Intelligence Militare Israeliana (IMI) e dall’Agenzia di Sicurezza Israeliana (ISA), si basava sul presupposto che: (a) Hamas fosse stato dissuaso dal lanciare attacchi su larga scala; e (b) Hamas fosse concentrato su attacchi terroristici contro gli israeliani in Cisgiordania e non sul territorio israeliano propriamente detto. Questo concetto di sicurezza errato, pienamente adottato dal gabinetto israeliano e dalle Forze di Difesa Israeliane (IDF), si è rivelato infondato. Infatti, Hamas ha sfruttato con successo questa convinzione per sviluppare e accelerare la sua strategia di attacco.
Una ragione significativa del fallimento delle IDF, sia nel campo della raccolta di intelligence che sul piano operativo, è stata la sottovalutazione delle capacità di Hamas e delle intenzioni del suo leader, Yahya Sinwar. C’è stata anche una sovrastima, da parte di molti in Israele, incluso l’establishment della sicurezza, delle proprie capacità di intelligence.
Un’altra importante osservazione è che le strutture di controspionaggio all’interno di Hamas sono state efficaci nel prevenire che l’intelligence israeliana reclutasse agenti abbastanza vicini a Sinwar da poter allertare Israele sull’attacco imminente. Inoltre, la raccolta e l’analisi di segnali da parte dell’intelligence di Israele è stata improduttiva, probabilmente perché Hamas è riuscito a contrastare l’abilità di Israele di produrre intelligence efficace dai segnali intercettati.
Man mano che le IDF si addentravano nella Striscia di Gaza e che venivano raccolte più informazioni dalle strutture di Hamas, è diventato chiaro che c’erano significative lacune di informazione riguardo ai preparativi per l’attacco da parte di Hamas all’interno di Gaza. Questi preparativi sono durati a lungo e hanno coinvolto numerosi operatori rimasti non rilevati dall’intelligence israeliana. Sembra che il sistema di compartimentazione all’interno di Hamas sia stato altamente efficace.
Le IDF attaccarono la Striscia di Gaza nel 2014 nell’Operazione Protective Edge. La missione era distruggere la capacità di Hamas di effettuare assalti contro Israele attraverso tunnel scavati profondamente dentro Gaza e attraversanti il confine verso Israele. Circa 20 di questi tunnel furono distrutti durante quell’operazione. Successivamente, Hamas costruì 250 miglia di nuovi tunnel in Gaza che avevano lo scopo di difesa e di nascondere i combattenti quando Israele attaccava. Si è suggerito che questo progetto di costruzione fosse finanziato con denaro inviato a Gaza dal Qatar, con l’approvazione di Israele, sebbene il Qatar neghi ancora oggi questa affermazione.
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