Ormai da diversi mesi l’America Latina, e in particolare Brasile, Paraguay, Perù e Argentina, si trova alle prese con un’impennata di casi di febbre Dengue. La situazione è critica al punto che il governo brasiliano è stato costretto a dichiarare lo stato d’emergenza sanitaria, aprendo anche un ospedale da campo nella capitale per far fronte alla condizione sempre più critica in cui versano i nosocomi nazionali, con pazienti costretti a ricevere cure nei corridoi, talvolta seduti per terra. Una scena tristemente nota.
Nel Brasile la Dengue si stima che supererà il milione di casi, raddoppiando il record raggiunto lo scorso febbraio, mentre entro la fine dell’anno si prevede un picco di 4,2 milioni di casi, superiore al totale di casi che vi furono in tutta l’America Latina in occasione dell’ultima epidemia. Nel frattempo in Paraguay sono quintuplicati a casi, superando i 100mila contagi, e mentre anche il Perù dichiara lo stato di emergenza, l’Argentina si trova davanti alla sua prima vera e propria epidemia. Di fatto, la Dengue è piuttosto comune nelle aree più calde ed umide del pianeta, come l’America Latina o l’Asia centrale, ma mai prima d’ora il Brasile aveva affrontato una crisi di tale portata.
Dengue in Brasile alimentata dalla crisi climatica: “Potrebbe arrivare negli USA e in UE”
Il boom di Dengue in Brasile e America Latina è unanimemente attribuito, dagli epidemiologi, alla crisi climatica, che aumentando la temperature in tutto il mondo, aumenta anche il campo d’azione della malattia e, soprattutto, del suo vettore. La febbre, infatti, viene trasmessa dal morso di una particolare zanzara (la Aedes aegypti, veicolo anche della chikungunya, della febbre gialla e della Zika) che vive solo nei caldi e tropicali, specialmente in presenza di acque stagnanti e paludose.
La crisi climatica che aumenta la portata della Dengue in tutto il Brasile e nell’America Latina, inoltre, dall’anno scorso si è unita al fenomeno climatico chiamato El Nino, il cui effetto è proprio quello di aumentare le temperature lungo il suo percorso, oltre al fatto che buona parte dei brasiliani vivono all’interno delle cosiddette favelas, dove mancano in generale tutti i servizi statali, ma soprattutto quelli igienico-sanitari. Ma oltre alla particolare concomitanza di fattori che giustificano il boom di Dengue in Brasile, gli esperti mondiali pongono l’accento in particolare sulla crisi climatica. Infatti, se le temperature continueranno ad aumentare, la zanzara troverà sempre più posti in cui espandersi raggiungendo (come è peraltro già capitato con pochissimi casi nell’ultimo anno) la parte più settentrionale degli USA e dell’Europa, dove la malattia rappresenta, per ora, una ‘novità’.