La Russia non ha alcuna intenzione di entrare in guerra con la NATO. Lo sostiene l’Annual Threat Assessment of the U.S. Intelligence Community, la relazione annuale dell’intelligence Usa che è stata diffusa ieri. Anche se la guerra in Ucraina ha causato enormi danni alla stessa Russia, questa resta «un avversario resistente e capace in un’ampia gamma di settori e cerca di proiettare e difendere i propri interessi a livello globale e di minare gli Stati Uniti e l’Occidente», recita il documento nella parte dedicata appunto ai russi. Il report evidenzia «il rafforzamento dei legami della Russia con la Cina, l’Iran e la Corea del Nord per sostenere la sua produzione di difesa e la sua economia», evidenziando che tutto ciò è «una sfida importante per l’Occidente e i suoi partner». L’intelligence americana è convinta che «la Russia continuerà a perseguire i propri interessi in modo competitivo e a volte conflittuale e provocatoria, e a esercitare pressioni per influenzare in varia misura gli altri Paesi dello spazio post-sovietico in varia misura».
Si arriva a questo punto al capitolo NATO. «La Russia quasi certamente non vuole un conflitto militare diretto con le forze statunitensi e della NATO e continuerà a svolgere attività asimmetriche al di sotto di quella che considera la soglia del conflitto militare a livello globale». C’è spazio per una considerazione anche sul presidente russo Vladimir Putin, il quale «probabilmente ritiene che la Russia abbia ostacolato gli sforzi ucraini per riconquistare un territorio significativo, che il suo approccio per vincere la guerra stia pagando e che il sostegno occidentale e statunitense all’Ucraina sia limitato, soprattutto alla luce della guerra tra Israele e Hamas».
“TEMIAMO CHE PUTIN POSSA USARE ARMI NUCLEARI”
Sempre nel capitolo dedicato alla Russia, si sottolinea «il profondo impegno economico» con la Cina. In virtù delle sanzioni occidentali, il Cremlino per l’intelligence Usa continuerà a provare «a indebolire l’unità dell’Occidente sull’Ucraina» e a usare strumenti come intimidazione militare e della sicurezza. Ma sulla guerra in Ucraina la relazione rivela che «la Russia ha subito più perdite militari che in qualsiasi altro momento dalla seconda guerra mondiale», quando furono 300mila circa i morti. La situazione di stallo sta, comunque, giocando a favore a livello militare per la Russia, che per l’intelligence Usa si affiderà anche «a società militari e di sicurezza private (PMSC) e a gruppi paramilitari per raggiungere i suoi obiettivi sul campo di battaglia in Ucraina, per aumentare le forze russe, per spostare le armi e per addestrare i combattenti, per nascondere le forze di sicurezza e per addestrare i combattenti, per nascondere la mano di Mosca in operazioni sensibili e per proiettare influenza e potere in Medio Oriente e in Africa».
D’altra parte, l’incapacità della Russia di chiudere la guerra in Ucraina a sua favore «continua a far temere che Putin possa usare le armi nucleari». Inoltre, si mette nero su bianco che la Russia rappresenta una seria minaccia a livello internazionale per il suo programma di armi chimiche, usate almeno due volte negli ultimi anni (si citano i casi Navalny e Skripal), e per i suoi cyber attacchi. «La Russia mantiene la sua capacità di colpire le infrastrutture critiche, compresi i cavi sottomarini e i sistemi di controllo industriale, negli Stati Uniti e nei Paesi alleati e partner». Il corposo capitolo dedicato alla Russia dall’intelligence Usa parla anche delle elezioni americane, in quanto potrebbero essere un’opportunità per Mosca, che infatti avrebbe condotto operazioni di influenza per decenni e fino alle recenti elezioni di metà mandato del 2022. «Probabilmente cercherà di influenzare le elezioni nel modo migliore in modo da sostenere al meglio i propri interessi e obiettivi».