Gli ultimi dati diffusi da Bankitalia sono lusinghieri, almeno per quanto riguardail turismo straniero nel 2023: spesa complessiva aumentata del 17% sul 2022, grazie alla crescita degli arrivi; la bilancia turistica ha segnato un avanzo di oltre 20 miliardi di euro, due in più rispetto al 2022, per un surplus dell’1% di incidenza sul Pil; entrate e uscite turistiche sono aumentate (+17 e +21%). “Sono dati – ha commentato il ministro del Turismo Daniela Santanchè – che indicano l’incremento della spesa turistica straniera rispetto all’anno record del 2019 e un surplus che torna ai livelli dell’ultimo anno pre-Covid. Ancora più importanti della quantità di turisti che arrivano da noi sono le risorse che questi lasciano sui nostri territori. Il turismo si conferma nuovamente, così, una leva strategica per l’economia nazionale e locale. Gli interventi del Governo – che vanno dalle misure rivolte ai lavoratori del settore al sostegno agli acquisti nella nostra nazione tramite l’abbassamento della soglia del tax free shopping, passando per il miglioramento continuo delle strutture ricettive per un’offerta turistica sempre più di alta qualità – saranno importanti strumenti non solo per consolidare, ma anche per far crescere questi numeri incoraggianti”.
Ma, mentre Legambiente presentava il suo report sui cambiamenti climatici, sostenendo che il 2023 è stato un anno da “bollino rosso” ed evidenziava le criticità della non-neve del 2024, soprattutto nell’Appennino, con un sensibile rialzo generale delle temperature, il ministro ha anche affrontato l’importanza del turismo bianco. “I comprensori sciistici italiani costituiscono un grande bacino di ricchezza: generano migliaia di posti di lavoro e importanti volumi d’affari, contribuendo in modo sostanziale al valore economico della montagna bianca italiana, pari a 22 miliardi di euro”, ha detto Santanché, aggiungendo che senza la neve programmata – che, oltre a sostituire, va anche a integrare la neve naturale – questi numeri non sarebbero pensabili, né raggiungibili. Di più: “Gli impianti di innevamento e di risalita, peraltro, sono tutti prodotti in Italia. Ciò significa che le ricadute e le esternalità positive derivanti dal loro funzionamento vanno a beneficio di un territorio ben più vasto del singolo comprensorio sciistico. A beneficio della Nazione. Con ogni euro investito in impianti di risalita che produce 10 euro di ricadute sul territorio. Tutto questo non può lasciare indifferenti. Anzi, alla luce di ciò, capiamo quanto il comparto della montagna italiana – oltre a essere un tesoro naturale, paesaggistico e ambientale – è strategico, e direi irrinunciabile, per la prosperità del nostro turismo”.
Ecco perché il ministero vuole essere vicino al settore, sia mettendolo al centro dell’agenda, sia con investimenti importanti. “A oggi – ha proseguito il ministro – abbiamo destinato oltre 250 milioni di euro a sostegno del processo di rinnovamento della montagna italiana, sotto forma di finanziamenti per interventi innovativi e sostenibili, dal punto di vista economico, sociale e ambientale. Sostenibilità – economica, sociale e ambientale – che non può prescindere da una logica destagionalizzante, con cui sviluppare una nuova idea di montagna, vivibile per le comunità e visitabile per i turisti a prescindere dalle condizioni climatiche e dalla stagione. Motivo per cui il Piano strategico del turismo che abbiamo adottato lo scorso anno, dotando il comparto di una visione integrata di lungo periodo, individua una serie di linee guida da seguire per passare da un modello stagionale-polarizzato a uno multi-asset. Un’idea – come condiviso anche con i partecipanti al tavolo degli Appennini della scorsa settimana – è promuovere sempre più forme di turismo alternativo, dal turismo enogastronomico a quello dei cammini, dal cicloturismo al turismo scolastico, coinvolgendo il tessuto locale di imprenditori agricoli affinché il comparto sia realmente percepito come industria in cui ciascuno non può fare a meno dell’altro”.
Si tratta di “un processo che, naturalmente, ha bisogno di tempo, impegno, passione e coinvolgimento a ogni livello, dal locale al nazionale – ha concluso Santanchè -, per giocare insieme una partita determinante per il presente e il futuro delle montagne italiane, che si apprestano anche a vivere l’importante sfida delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026. Proprio in quest’ottica, per dare sempre più centralità al comparto, stiamo lavorando con tutti gli attori interessati per tutelare e preservare la montagna italiana, partendo dalle ricchezze e dal patrimonio storico di questo settore, con l’obiettivo di promuovere la sua evoluzione e il suo consolidamento per il bene dell’intera nazione”.
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