Renato Zero e l’aneddoto su Rino Gaetano: “Gli portai una tuba nera“
Renato Zero ha concesso un’intervista al Corriere della Sera in cui, tra aneddoti sulla sua vita e carriera, ha parlato anche delle nuove generazioni musicali. Il suo pensiero è quello di mostrarsi generosi con i giovani artisti che si stanno facendo strada nel mondo della musica, invitando a sostenerli e apprezzarli anziché stroncarli sul nascere. “Quando hai assaporato i dinieghi sai bene come ci si sente all’ombra di quei no. Mi rivedo in questi giovani, nelle loro timidezze e insicurezze“, ha ammesso il cantautore.
C’è poi un divertente e curioso aneddoto su Rino Gaetano, al quale Zero una volta regalò un cappello in occasione di Sanremo. “Diceva che il suo cilindro di feltro era troppo pesante, così gli portai da casa una tuba nera. Leggerissima“, ha raccontato. Poi ha aggiunto: “Rino è stato per me una prospettiva mancata. Quando uscivamo insieme era pieno di verve, un vulcano. Qualcuno dei nostri amici mi avvertì: Rino ha un equilibrio labile. Andandosene via all’improvviso mi ha tolto l’opportunità di aiutarlo e questo mi ha ferito“.
Renato Zero e il duetto con Elodie: “Credo si sia commossa perché…“
Renato Zero, a proposito di nuove generazioni di artisti, ha poi parlato di Elodie e del duetto sul palco risalente allo scorso 5 dicembre. In quell’occasione, infatti, la cantante romana si è esibita al Mandela Forum di Firenze, nel corso del suo primo e fortunatissimo tour nei palazzetti italiani. E, in quell’occasione, ha voluto accogliere sul palco proprio Zero, che ha duettato con lei sulle note della celebre Nei giardini che nessuno sa del 1994.
Elodie si è poi commossa al termine dell’esibizione davanti a uno dei giganti della musica italiana, il quale ha raccontato: “Mi ha cercato lei, ma io non vedevo l’ora che mi chiamasse, ha un’enorme energia. Voleva cantare Mi vendo. Io: “No, amore. Hai delle corde formidabili, da grande interprete, meglio Nei giardini che nessuno sa”. E credo si sia commossa in scena perché ha scoperto quella dote“.