Roberto Alessi, noto giornalista e direttore di Novella 2000, è stato intervistato stamane dal programma di Rai Uno, Storie Italiane. Nel commentare il caso del povero Gino, un uomo che è stato truffato da una donna online, che l’aveva fatto innamorare, ha raccontato il suo episodio: “La mia persona è stata utilizzata per una truffa molto simile e son dovuto andare dalla polizia postale per fare una denuncia contro ignoti”.
Roberto Alessi ha aggiunto: “Ero stato hackerato da delle confraternite nigeriane che sono molto talentuose, sanno dove colpire e quali tasti colpire della tua personalità”. Roberto Alessi ci tiene comunque a precisare: “La comunità nigeriana è sacrosanta, sia mai giudicare un intero popolare in base a quattro delinquenti che lavorano contro noi italiani. Noi purtroppo dobbiamo fare i conti contro questa realtà, il fatto che usi questo aggettivo nigeriano non vuol dire che condanni tutto il popolo”.
ROBERTO ALESSI: “IL FENOMENO DELLE MAFIE NIGERIANE…”
Quindi Roberto Alessi ha precisato: “Insieme alla marea infinita di persone che vogliono venire in Italia a lavorare in maniera onesta ci sono anche i disonesti fra cui la mafia nigeriana che è presente anche a Milano e a Palermo e dobbiamo difenderci. Sono molto capaci nelle truffe romantiche e Gino è stato assolutamente da questo genere di persone, sembrerebbe, ed è molto difficile difendersi perchè il desiderio d’amore è più forte della logica, il desiderio è molto più forte di quello che i nostri occhi vedono. Gino ha avuto amici che l’hanno messo in guardia ma il suo desiderio era molto più forte”.
Eleonora Daniele ci tiene a precisare: “E’ chiaro che dietro a queste situazione e altrettante numerose truffe sentimentali ci sono grandissime organizzazioni mondiali di criminalità organizzata, come anche mafie che possono arrivare da tutti i Paesi, va specificato perchè se no sembrava che quello di Alessi fosse un attacco alla comunità nigeriana, non c’entra nulla, stiamo parlando di varie mafie fra cui la comunità nigeriana”. Roberto Alessi chiosa: “Grazie per averlo fatto”.