Dopo giorni di supposizioni e voci di corridoio, il viceministro dell’Economia Maurizio Leo è intervenuto sulle pagine del Corriere della Sera per confermare, una volta per tutte, che “dopo aver ridotto l’Ipref al ceto medio-basso, dobbiamo pensare a quelli con un imponibile oltre 50 mila euro“. Questi contribuenti, infatti, risultano inseriti attualmente nello scaglione Irpef più alto, con una tassazione del 43%, ma che, spiega il viceministro, con le “addizionali pagano più del 50%“.
L’ipotesi più accreditata tra quelle circolate negli ultimi giorni, nonché risultato di dichiarazioni dello stesso Maurizio Leo, è di aumentare la platea del ceto medio fino ai 55 mila euro di reddito, mentre al Corriere spiega che la riduzione dell’Irpef per loro sarà “in relazione alle risorse”. Il governo punta “sul successo del concordato preventivo biennale, che riguarda oltre 4 milioni di partite Iva e autonomi” ai quali verrà proposto una imposta da pagare basata su una stima dell’Agenzia delle Entrate, in cambio di un azzeramento dei controlli per due anni. Ma Maurizio Leo ritiene “impossibile fare previsioni” su quanto si otterrà dalla misura.
Maurizio Leo: “L’obiettivo è far pagare meno tasse a tutti”
Passando, invece, a parlare di alcune delle critiche mosse contro le varie riforme fiscali, Maurizio Leo parte dal sottolineare che nessuna di queste è un favore agli evasori. Per esempio, lo stralcio delle cartelle dopo 5 anni non è una resa dell’Agenzia, perché “la cartella non viene buttata nel cestino, ma restituita all’ente che vanta il credito, che deciderà se gestire la riscossione in proprio, affidarla con gara a un privato o di nuovo all’Agenzia”.
Similmente, spiega Maurizio Leo, rottamazioni, taglio sulle sanzioni e rateizzazioni a lungo termine sono misure convenienti per il contribuente solo in termini temporali, perché “una cartella contiene comunque sanzioni e interessi e ulteriori interessi scattano se si chiede la rateizzazione: il 4,5% per i tributi erariali e il 10,5% per quelli previdenziali”. L’obiettivo generale resta sempre e comunque quello di “far pagare di più a chi finora non ha versato il dovuto, premiando con queste risorse i contribuenti che hanno sempre fatto il proprio dovere” e, conclude Maurizio Leo, “rendendo le procedure più efficienti, senza vessare il contribuente. Il tutto per far pagare meno tasse a tutti“.