Nicoletta Romanazzi è dietro a tanti successi nel mondo sportivo. La mental coach, che lavora con Donnarumma, Jacobs ma anche atlete come Viviana Bottaro e Alice Betto, sulle pagine di Repubblica racconta il suo lavoro partendo proprio dal portiere del Psg e dalla preparazione alla sfida di Champions contro il Milan. “Gigio sapeva già tutto. Le banconote false che gli avrebbero tirato, i fischi continui. Era preoccupato e dispiaciuto: il Milan per lui è casa, una parte importante della sua vita. E poi, altra pressione, la Champions, il torneo stregato per il Psg. Abbiamo cercato e raggiunto un equilibrio profondo, non di facciata” racconta.
Tra i grandi nomi seguiti da Nicoletta, anche quello della medaglia olimpica d’oro Marcell Jacobs. “Il nostro obiettivo è arrivare ai Giochi di Parigi “in stato”. Ci confrontiamo regolarmente” rivela. Ora però il velocista si allena negli Stati Uniti, ormai da più di qualche mese: “Una scelta per l’eccellenza, che abbiamo elaborato insieme. Marcell ha ritrovato una parte del suo Dna che aveva escluso per tutta la vita. In una piccola città della Florida, con una vita molto serena, strutture perfette e un nuovo allenatore, Rana Reider, con cui si trova molto bene”.
Nicoletta Romanazzi: “I sospetti su Jacobs? Stupidaggini”
Dopo la vittoria della medaglia d’oro da parte di Marcell Jacobs non sono mancati i sospetti che Nicoletta Romanazzi descrive come “così lontani che non lo hanno nemmeno sfiorato. “Stupidaggini”, mi ha detto. Poi, certo, con gli atleti bisogna gestire anche gli attacchi dall’esterno, imparare a non farsi agganciare. Ma non ce n’è stato bisogno”. Adesso la mental coach lavora “con Alice Betto, l’atleta del triathlon che ho seguito anche a Tokyo, dove arrivò settima”. La sfida è quella di “qualificarsi e gareggiare ai Giochi dopo soli tre anni dall’edizione precedente e dopo aver avuto un figlio sarebbe un risultato eccezionale. Adoro le missioni impossibili, come quella di Viviana Bottaro, bronzo nel karate in Giappone un anno dopo la frattura esposta di una gamba: nessuno pensava che ce l’avrebbe fatta. Nessuno”.