La mamma di Giogiò Cutolo è stata ospite di Storie Italiane dopo la condanna al suo assassino a 20 anni: “Quando ho visto la scena in tribunale è stata una seconda morte per me, mio figlio è stato ucciso in maniera volontaria senza motivo: gli ha sparato alle spalle e poi è andato a giocare a carte, ieri c’è stato il processo dei giusti e dell’amore”.
E ancora: “Giògiò e il suo killer non si sarebbero mai incontrati per cultura, società e modo di stare al mondo. Quel ragazzo in aula non riusciva ad articolare due pensieri in italiano, mi sono chiesta come sia possibile che un ragazzo del genere con una sub cultura abbia ucciso un artista? Pensare che il brutto abbia ucciso il bello è inaccettabile, ieri c’è stata giustizia”.
OMICIDIO GIOGIO’ CUTOLO, LA MAMMA: “IL PROCESSO DEI GIUSTI”
La mamma del giovane artista ha continuato, ribadendo: “C’è stato il processo dei giusti, la giustizia dei giusti, è stato aperto il cuore non sono solo stati letti dei codici, hanno capito che è stato ucciso un ragazzo con la banalità del male, è una cosa inaccettabile che sia da monito e da esempio per tutti quei ragazzi minorenni che si sentono impuniti e stanno dilagando in tutta Italia, non solo a Napoli e che non si rendono conto che fare del male è una cosa pericolosa e amorale. Probabilmente con questo dato e questo precedente… 20 anni sono tanti”.
“Il killer di mio figlio – ha continuato la mamma di Giogiò – era a piede libero perchè era messo alla prova e questa formula è impensabile per certi soggetti pericolosi, la legge si deve umanizzare per le vittime e trovare un risultato per la pancia e il cuore e non solo con le carte come si è visto negli ultimi anni”. Ma il killer di Giogiò ha mai chiesto scusa? “Assolutamente no, io ero a due metri da lui, mai chiesto scusa. Quando il giudice gli ha chiesto se provava pentimento ha detto che lui poteva chiedere scusa ma indietro non si sarebbe tornato.
OMICIDIO GIOGIO’ CUTOLO, LA MAMMA: “I GENITORI DEL KILLER…”
“Anche i genitori non mi hanno mai stretto la mano – ha proseguito – nessuno ha empatizzato con me. La mamma era sul telefono mentre il padre mi guardava borioso e all’uscita del tribunale ha anche minacciato gli amici di mio figlio facendo il segno con la pistola e quindi gli inquirenti stanno prendendo in considerazione questa cosa. Si è messo a fare il borioso verso gli amici di mio figlio, è gente che non è più riabilitabile, non hanno senso critico, non hanno morale ne etica, persone che vivono con il tripudio dei disvalori e queste persone hanno ucciso mio figlio, è inaccettabile. Il brutto uccide il bello, dobbiamo indignarci tutti, è inammissibile che il cane mangi il leone”.
Sul fatto che il killer avesse solo 16 anni: “Non dobbiamo fare i garantisti solo per la giovane età. Oggi un ragazzo di 17 anni non è come lo stesso di 30 anni fa, il 17enne di oggi è il 30enne degli anni ’80, piantiamola con sta storia del garantismo dei minori. Lui sapeva ciò che stava facendo e dopo è andato a giocare a carte”.