Energia nucleare in Europa, 12 Stati si sono detti a favore a margine del Nuclear Energy Summit, un vertice organizzato dall’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) e svoltosi a Bruxelles. A svolgere un ruolo di leader nel gruppo, come riportato da Il Sole 24 Ore, è stata la Francia, che ha la base industriale più importante. Il sì è arrivato però anche da Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Finlandia, Ungheria, Olanda, Polonia, Romania, Slovacchia, Slovenia e Svezia. L’Italia per il momento rimane ad osservare. Insieme ai membri dell’Ue erano presenti anche Stati Uniti, Brasile e Cina, per un totale di 30 Paesi.
Agli occhi dei suoi promotori, il nucleare ha il vantaggio di garantire energia abbondante (al netto dei costi di costruzione e del combustibile) ed è e ormai ritenuto accettabile da un punto di vista ambientale (al netto della gestione delle scorie). È per questo motivo che si sta spingendo per ottenere la collaborazione industriale e nuove fonti di finanziamento, soprattutto per quei Paesi dove i reattori sono obsoleti. Non mancano però le diffidenze.
Nucleare in Europa, 12 Stati a favore: Francia leader, Italia osserva. I pareri di von der Leyen e Grossi
Rafael Grossi, numero uno dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), non ha dubbi in merito al fatto che l’energia nucleare sia “pulita ed affidabile” e punta a convincere quei Paesi d’Europa che ancora dicono no. “Questo non è un concorso di bellezza. È una lotta in cui dobbiamo utilizzare tutte le fonti energetiche disponibili, dispacciabili e prive di CO2 per la sfida comune, che è quella di decarbonizzare le nostre matrici energetiche il prima possibile”, ha affermato come riportato da Askanews.
Anche Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Ue, ha sostenuto la tesi. “La tecnologia nucleare può svolgere un ruolo importante nella transizione energetica pulita. Vedo anche che, dopo la crisi energetica globale causata dall’invasione russa in Ucraina, molti paesi stanno riconsiderando il ruolo potenziale del nucleare. Perché questo? Prima di tutto, ovviamente, per raggiungere i nostri obiettivi climatici”, ha concluso.