Fermata la legge sull’eutanasia in Piemonte. Il consiglio regionale ha votato a fare di un provvedimento che ha bloccato la discussione della proposta di legge per regolamentare l’accesso al suicidio assistito. La “questione pregiudiziale di costituzionalità” si pone quando non c’è la certezza che il tema della proposta di legge sia di competenza del consiglio regionale. Se viene approvata, la discussione va fermata o rimandata. Nel caso del Piemonte, la pregiudiziale è stata approvata con 22 voti favorevoli, 12 contrari, un’astensione, mentre una persona non ha partecipato al voto. La proposta di introdurre un regolamento per l’eutanasia era stata presentata nei mesi scorsi dall’associazione Luca Coscioni, che aveva raccolto 11mila firme in Piemonte. La commissione di garanzia del consiglio regionale aveva ritenuto ammissibile la proposta con una decisione dello scorso novembre.
In assenza di una legge, le regioni hanno cominciato ad arrangiarsi per avere procedure strutturate per affrontare i casi in cui viene richieste il suicidio assistito, anche perché le aziende sanitarie locali che devono gestire le pratiche sono controllate dalle regioni. Quindi, diverse regioni hanno provato a dotarsi in maniera autonoma di norme, ma ciò comporta incognite e problemi. Infatti, in Piemonte, come accaduto in Veneto, la procedura per la votazione della legge sull’eutanasia è stata fermata a causa del presunto conflitto di competenze tra Stato e regioni che crea contenzioni e controversie.
EUTANASIA, MINISTERO SALUTE DISCIPLINA LA FUNZIONE CONSULTIVA DEI COMITATI ETICI TERRITORIALI
Intanto, il ministero della Salute procede: ha inviato, infatti, alla Conferenza Stato-Regioni una bozza che recepisce la sentenza della Corte costituzionale del 2019 con cui si stabilisce che i comitati etici territoriali saranno «competenti a rendere il parere in materia di suicidio assistito». Pertanto, dovranno dare un giudizio etico su ogni richiesta. Prima per valutare se ci sono le condizioni, poi eventualmente per stabilire come procedere con l’eutanasia. Quindi, dovranno considerare ogni caso. Bisognerà anche sentire familiari o amministratori di sostegni, insieme agli specialisti. Alla fine, verrà fornito il parere.
La bozza del ministero della Salute precisa anche la composizione dei comitati etici territoriali: vanno integrati con esperti esterni. La bozza ministeriale va approvata, comunque rievoca il fine vita sul modello dell’Emilia-Romagna, approvato oltre un mese fa dal consiglio regionale. Infatti, la Regione guidata da Stefano Bonaccini è stata la prima a dotarsi di tempi e procedure certe sull’eutanasia: dalla richiesta alla risposta non potranno passare più di 42 giorni. Ci sono già le linee di indirizzo e un’apposita delibera, che però non è legge.