“Professore, mi scusi, ma quando studieremo un autore di letteratura inglese?”
La voce proveniente dal secondo banco della fila di sinistra mi pare interrompere a sproposito la spiegazione della pagina di storia del medioevo inglese. Essa, infatti, rivela molto più il disinteresse di Bruna per l’argomento che stiamo trattando che non l’ansia di conoscere i versi, o il senso delle pagine di qualche grande scrittore che abbia impresso il proprio nome nella storia della letteratura d’Inghilterra.
La noia fa capolino in classe, ed è una minaccia mortale; un’occasione di conoscenza che rischia di essere sprecata. Devo prendere sul serio la questione della mia alunna. Cosa fare: cambiare argomento o approfondire?
Decido di rischiare. “La domanda di Bruna – osservo, rivolgendomi alla classe – rivela la nostra mentalità moderna. Immaginate: se uno scrive una canzone, progetta un grattacielo, dipinge un quadro, subito aggiunge il proprio nome. Tutti devono saperlo e lui trarne un vantaggio. Non così i medievali”. E tiro fuori da Youtube un video, a metà tra il serio e la stand up comedy, di Nicole Johnson, che ho visto distrattamente qualche giorno prima su una chat: “La donna invisibile”. Si tratta della storia di una donna la cui esistenza viene presa così poco sul serio dai componenti della famiglia (tutti maschi!) da farla giungere alla conclusione di essere… invisibile. Il rischio del passaggio dall’“invisibile” all’“insignificante” è ben noto ai miei alunni, che vivono sui social l’ansia della FoMO (Fear of Missing Out, ovvero, la paura di essere esclusi).
Propongo il video. Non vedo le loro facce, ma alle mie spalle c’è silenzio.
Tutto cambia per “la donna invisibile” quando un’amica le regala un libro sulle cattedrali medievali d’Europa. Edifici meravigliosi, meta imperdibile per qualsiasi visitatore.
“Sotto l’illustrazione di ogni costruzione – osserva Johnson citando il testo – sta scritto: ‘autore ignoto’ … ‘autore ignoto’. A un artigiano intento a disegnare un uccellino in un recesso remoto del soffitto della cattedrale, un giorno, viene chiesto: ‘Cosa ti impegni a fare? Nessuno vedrà il tuo lavoro’ e questi risponde: ‘Dio lo noterà!’”.
“Abbiamo molto da imparare dagli uomini e dalle donne vissuti in un tempo che con troppa superficialità derubrichiamo a epoca di disprezzabile arretratezza” riprendo in italiano, per assicurarmi che abbiano colto il significato del video in inglese. “In questa classe” chiedo “quanti imprimeranno il loro nome nella storia del tempo che stiamo vivendo? Se saremo fortunati, forse uno o una di voi. Ma la dedizione alla vita di ciascuno, come tratterà le persone e le cose in cui si imbatterà, saranno più decisive del destino del mondo che non il contributo del genio solitario”.
Riprendo la spiegazione del testo. Cosa hanno capito i miei alunni? Come i costruttori di cattedrali, non vedrò mai il compimento dello splendido edificio che sarà la loro umanità; lo vedrà Dio. Io, intanto, sono contento nel contribuire a scavarne le fondamenta.
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